ARCHIDIOCESI DI KAUNAS

Kaunas

Al corso di filosofia del seminario di Kaunas si sono iscritti 10 chierici. Rugienis ha respinto due candidati. Que­st'anno i funzionari del kgb hanno ridotto la propria atti­vità nei confronti degli iscritti. Però al momento dell'iscri­zione tutti hanno avuto un colloquio con la Sicurezza.

Šiluva 1

Come si molestano i pellegrini

Nei giorni 8-15 settembre masse di popolo si sono incam­minate verso Šiluva per la celebrazione della festività della Natività di Maria Vergine. Il governo è ricorso a misure energiche per ridurre il numero dei pellegrini. Per le strade vigilavano i miliziani. Un pellegrino racconta: « Nell'auto­bus c'erano 61 persone, per la maggior parte gente matura. Circa 8-10 chilometri prima di Šiluva la milizia ci fermò, prese nota dei nomi dei passeggeri e portò via il conducente. Qualche tempo dopo questi ritornò con l'ordine di invertire la marcia. Qualche chilometro dopo, la gente pregò l'autista di aspettarli, mentre loro si diressero a piedi verso Šiluva. Il gruppo dei pellegrini passò nuovamente davanti ai miliziani. Le donne li rimproverarono dicendo: "Svergognati, vi sem­bra bello affaticare in questo modo della gente anziana? At­traverso la radio e i giornali mentite, strombazzando che la religione in Lituania è libera, e intanto cosa fate? Cristo è stato martoriato. Anche noi sopporteremo per Cristo. Non importa che voi stiate qui con i vostri berretti rossi; noi raggiungeremo Šiluva lo stesso". Terminata la funzione, rifacemmo circa 11 chilometri a piedi fino all'autobus e ri­tornammo a casa ».

1 Siluva è uno dei più famosi santuari mariani della Lituania. La Vergine Maria nel 1608 vi apparve ripetutamente: prima ad alcuni bambini, poi ai pastori protestanti che si erano impadroniti della chiesa cattolica del luogo ed infine alla popolazione. Tali apparizioni furono l'evento decisivo per la riaffermazione del cattolicesimo in Lituania (mentre il protestantesimo andava diffondendosi in Letto­nia e negli altri paesi baltici). Le celebrazioni che si svolgono a Siluva attirano pellegrini non solo dalla Lituania, ma da molte altre regioni dell 'urss; ed è triste e deplorevole che i cattolici resi­denti in Occidente non chiedano con insistenza alle autorità turi­stiche dell 'urss di ammettere la possibilità di pellegrinaggi a Siluva, rassegnandosi di solito a visitare l'ortodosso centro di Zagorsk (Mo­nastero della Trinità e di S. Sergio) e le insignificanti chiese cat­toliche aperte a Mosca e Leningrado. (N.d.r.)

 

Un'altra pellegrina raccontò: « Siamo partiti con l'auto­bus da Kaunas. A mezza strada tra Raseiniai e Šiluva ci fermarono i miliziani. Portarono via l'autista e gli parlarono a lungo. Un tale vestito in borghese, certamente della Si­curezza, ispezionò il nostro automezzo, meravigliandosi che la maggioranza dei passeggeri fosse costituita da gente gio­vane. All'autista venne ordinato di non far scendere nes­suno dall'autobus e di riportare tutti quanti a Kaunas. I miliziani trattennero la patente e gli altri documenti del­l'autista. Siamo rimasti assai male tutti quanti. Andando più tardi a piedi a Šiluva, abbiamo recitato il rosario per i miliziani e tutti gli ateisti affinché rientrino in se stessi e cessino di perseguitare la religione. Nei pressi della chiesa si trovavano molte automobili. Ho visto un funzionario prendere nota delle targhe delle macchine, certamente non per elogiare i proprietari. Mentre stavamo passando davanti alla macchina di "servizio", i funzionari sovietici ci apo­strofarono dicendo: "Le pecore di Dio vanno a ricevere le indulgenze! " ».

Meškuičiai

II monte è pieno di croci: si può devastarlo

La parrocchia di Meškuičiai è famosa dall'antichità per il suo « Monte delle Croci », sul quale erano erette non meno di 3.000 grandi croci, mentre quelle piccole non si conta­vano. Ogni croce aveva una storia. Ecco cosa racconta un sacerdote: « Un giorno mi stavo recando sul Monte delle Croci per benedirne una nuova. In quel momento giunse ai piedi del monte una macchina militare. Due aviatori russi, portata una croce, mi chiesero di benedirla. Soddisfeci la loro richiesta. Uno di essi mi raccontò che, durante un volo, si era incendiato l'aereo a reazione. Salvarsi, in tali casi, è quasi impossibile. Improvvisamente egli si ricordò dei me­ravigliosi racconti sul Monte delle Croci e decise che, se fosse restato vivo, avrebbe eretto una croce. Non si sa perché si fosse incendiato l'aereo, come non si spiega perché improvvisamente l'incendio si spense ».

Numerosa gente portava a piedi le croci per erigerle sul monte. Molte di esse erano giunte dalla Lettonia, dall'Esto­nia, dalla Bielorussia e persino dall'America. La gente dice: « Quante sofferenze, quante malattie hanno portato gli uomi­ni su questo monte. Ed esso le accoglieva tutte. Era il Gol­gota lituano ».

Il 5 aprile 1961, di buon mattino, arrivarono presso il Monte delle Croci numerose macchine. Uomini sconosciuti cominciarono a rovesciare le croci. Alla distruzione proce­devano i militari, la polizia ed alcuni carcerati. Le croci in legno vennero bruciate sul posto, mentre quelle di pietra e di cemento le spaccarono e le portarono a Šiauliai. Di­cono che le abbiano usate per fare la pavimentazione della strada. Due camion di croci vennero portati a Bubniai. Una parte di esse è stata bruciata, altre le hanno affondate. In un giorno tutte le croci sono state distrutte. Nei dintorni e sugli incroci delle strade vigilavano i poliziotti controllando che la gente non si dirigesse verso il Monte delle Croci. Nei pressi del monte vi era un servizio armato. Si temeva qual­che sommossa della popolazione. La vigilanza armata rimase ancora per diversi giorni per impedire che la gente comin­ciasse di nuovo ad erigervi altre croci.

Durante questa barbara operazione,1 Rugienis era « ospi­te » a Šiauliai. Dopo la distruzione delle croci egli con­vocò il parroco di Šiauliai rev. Mažanavičius e gli chiese:

« Hai sentito cosa è accaduto con il monte di Meškui­čiai? ».

« Non ho sentito niente ».

« Le croci sono salite in fumo al cielo » spiegò Rugienis e ordinò al parroco di calmare la gente perché non si veri­ficassero dei gesti inconsulti.

Il 14 settembre 1970 il rev. Algirdas Mocius della par­rocchia di Lauksodis, scalzo e con i piedi sanguinanti, portò

 

1 Si noti che questa iniziativa fu presa dal governo sovietico pro­prio quando gli entusiasmi mondiali per il disgelo e per il dialogo fra i popolari protagonisti della distensione internazionale (Chruscev, Giovanni XXIII, Kennedy) resero possibile intensificare la persecu­zione contro le Chiese in urss senza che nessuno se ne accorgesse in Occidente. (N.d.r.)

 

per 65 chilometri una croce di legno a Meškuičiai e la eresse nella festività dell'Esaltazione della Croce nel luogo dove era passata la furia distruttrice degli ateisti.

DIOCESI DI TELŠIAI Klaipėda

Il governo nega l'uso della chiesa

Nel febbraio 1972 i credenti di Klaipėda inviarono al se­gretario generale del pcus, L. Breznev, una petizione perché il governo sovietico restituisse ai credenti la chiesa tolta loro (vedi lkb kronika n. 2). L'unica risposta a questa richie­sta venne dagli organi della Sicurezza, i cui funzionari ef­fettuarono persino una perquisizione nell'abitazione della signora Kudirkienė e di sua figlia residenti a Klaipėda.

Nel mese di luglio il cattolici di Klaipėda indirizzarono una nuova istanza al segretario generale del pcus (vedilkb kronika n. 3). Il 25 agosto la signora Gražienė che aveva spedito la domanda venne convocata presso il Co­mitato esecutivo della città. L'incaricato degli affari re­ligiosi Rugienis giunto da Vilnius mostrò alla Gražienė l'istanza dei credenti con 3.023 firme e le disse: « La chie­sa non l'avrete, perché l'edificio è necessario tanto ai cre­denti quanto ai non credenti. Ne avete altre di chiese nelle quali pregare. Nessuno vi disturba. A voi in effetti non in­teressa tanto la chiesa, quanto il trasmettere informazioni all'estero. Se la gente non riesce ad entrare in chiesa per Pasqua, la colpa non è nostra ».

Alla Gražienė venne chiesto di chi era stata l'iniziativa di quella petizione e chi aveva raccolto le firme. I funzio­nari del governo la redarguirono per essersi immischiata nella « politica » e minacciarono di deferirla agli organi del­la Sicurezza.

Plungė

Teppisti contro i credenti

Durante le funzioni del Sabato Santo del 1972 due gio­vani ateisti entrarono nella chiesa di Plungé e cominciarono a far chiasso. Poiché ignoravano le rimostranze dei fedeli, il sagrestano li mise fuori dalla porta. Di notte verso le 2, mentre la popolazione celebrava la Via Crucis, quei gio­vani dopo aver tolto un crocefisso dalla parete lo portarono sul sagrato riducendolo in pezzi. Nel corso della predica pasquale il parroco disse che chi profana la bandiera del paese offende tutti i cittadini. La croce è la bandiera dei credenti e quel giorno essa era stata profanata. Tutti i pre­senti piangevano.

I colpevoli vennero fermati dalla milizia, ma poi nulla si è saputo di una loro eventuale punizione. La popolazione sopporta con grande dolore la profanazione della croce, e commenta: « Ecco i frutti dell'educazione ateista della gioventù ».

Palanga

Vietato l'organo in chiesa

Durante l'estate nella chiesa parrocchiale di Palanga c'era l'usanza prima delle funzioni di eseguire dei brani di mu­sica sacra, all'ascolto della quale convenivano numerosi vil­leggianti di ogni nazionalità. Ai primi di agosto del 1972 si apprese con meraviglia di tutti che l'ora della musica reli­giosa era stata abolita. Si venne a sapere che il sostituto del presidente del Comitato esecutivo della città di Palanga ave­va convocato il parroco e gli aveva ingiunto di mettere fine per sempre a quel programma di musica religiosa, in quanto non aveva nulla a che vedere con il culto. Sarcasticamente la gente dice che di questo passo i funzionari sovietici arrive­ranno presto ad indicare al parroco quali canti possa cantare in chiesa e quante candele debba accendere sull'altare.

Mažeikiai

Teppisti contro le funzioni religiose

Nella notte del Sabato Santo del 1970 dodici giovani co­munisti, unitamente al loro dirigente Miknius, di ritorno da una festa da ballo entrarono nella chiesa di Mažeikiai e schiamazzando presero a schernire i fedeli che stavano pre­gando. La gente indignata li cacciò fuori dalla chiesa. Poco dopo tornarono alcuni giovani comunisti che, dopo aver stac­cato dalla parete un crocefisso, portatolo fuori della chie­sa lo spaccarono. Il comitato parrocchiale denunciò l'ac­caduto alla milizia, chiedendo di perseguire i colpevoli. Seb­bene sia passata molta acqua nel Venta dopo l'accaduto, del processo non si sa nulla. Finora le leggi sovietiche sono state scrupolosamente applicate soltanto a svantaggio dei credenti. Gli ateisti possono invece irridere impunemente i sentimenti più sacri dei credenti. O forse la denuncia rimane congelata tanto a lungo per il fatto che a quella « impresa » partecipò anche il figlio dell'ex segretario del partito, Kerpauskas...

Karklėnai (provincia di Kelmė)

Chi suona musica sacra è indegno della scuola sovietica

Dal 1970 l'allieva J.J. della scuola media di Karklėnai suonava l'organo nella chiesa di Pašilė durante le funzioni. Due anni sono passati tranquilli fino a che l'anno scorso so­no cominciate ad arrivare alla scuola varie denunce. Dopo la prima di esse l'insegnante Saunorienė durante una le­zione di storia disse agli studenti: « In mezzo a noi ci sono degli elementi degeneri, per i quali non deve esserci posto nella scuola sovietica ». Alla seconda denuncia, il direttore della scuola convocò la J.J., intimandole di smettere di suo­nare l'organo in chiesa; mentre la responsabile della sezione della scuola, Saunorienė, riuniti la ragazza ed alcuni altri alunni nel laboratorio di chimica comunicò loro che d'ora in avanti essi avrebbero dovuto essere gli ateisti della scuo­la. A presidente venne eletta la A. Butkutė e a vicepresi­dente la J.J.; entrambe le alunne però protestarono, di­chiarando che non desideravano far parte del gruppo degliateisti. Il giorno seguente la JJ. venne convocata nell'uf­ficio del direttore, dove la attendevano il presidente del Comitato esecutivo della provincia di Kelmė, Telyčėnas, ed un certo signore giunto da Vilnius. Quest'ultimo disse di aver saputo che la JJ. suonava l'organo in chiesa, aggiun­gendo che ciò le avrebbe precluso l'accesso agli studi su­periori, perché per lei non c'era posto nella scuola sovietica. L'allieva con le lacrime agli occhi chiese quale colpa avesse mai commesso. L'inquisitore proseguì dicendosi convinto che la J.J. certamente non credeva in Dio e che andava a suonare in chiesa solo per hobby. « Ma io credo in Dio e suono volentieri » rispose decisa la ragazza. « Ma tu, figliuo­la, devi pensare al tuo avvenire... Non rischiare di dover dare l'addio alla scuola » la ammonì minacciosamente il rap­presentante del governo. La responsabile della sezione e in­segnante di storia Saunoriené dal canto suo prese a ter­rorizzare la classe: a chi avesse assistito i « servi del culto » sarebbe stato abbassato il voto in condotta, avrebbe visto compromessa la possibilità di intraprendere una professio­ne, avrebbe ricevuto delle pessime note caratteristiche. Al termine dell'anno scolastico il direttore della scuola A. Vil­kas, chiamata la J.J. disse: « Io non so che cosa fare con te. Sei una fanatica. Che note caratteristiche potrai avere? ». E infatti nelle note risultava che ella era cresciuta in una famiglia religiosa, che i genitori avevano rapporti con i preti, che suonava in chiesa, che faceva tutto ciò con un accani­mento fanatico.

Terminata la scuola media la J.J. fece domanda per essere ammessa all'istituto di medicina a Kaunas, ma nel corso dell'esame davanti alla commissione di accettazione un pro­fessore, dopo aver letto le sue note caratteristiche, esclamò: « Una fanatica? Ragazza mia, sei venuta qui a vuoto ». Più tardi la J.J. è riuscita ad accedere ad una scuola di altro genere.

Šilalė

Nell'estate del 1963 un'allieva della V classe, Nijolė Sie-kyté, risiedeva nel villaggio di Rubinovas e frequentava la chiesa assieme alla mamma. All'inizio dell'anno scolastico

l'insegnante Statkeviciené redarguì Nijolé per la sua fre­quenza alla chiesa. Così facendo, essa avrebbe disonorato l'uniforme della scuola. Obbligò la ragazzina a spiegare da­vanti a tutta la classe i motivi per cui andava in chiesa. Nijolé si mise a piangere. Allora la Statkeviciené ed altri insegnanti intimarono alla ragazza di non venire più a scuo­la. La bambina tornò a casa piangente e disse ai genitori che non sarebbe più andata a scuola. Più tardi Nijolé, in­coraggiata da altri insegnanti, tornò a frequentare la scuola ma gli ateisti non smisero di terrorizzarla. Perciò la ragaz­zina dovette passare alla scuola serale per la gioventù.

DIOCESI DI PANEVĖŽYS Šeduva

Morte di un sacerdote e di una vecchietta

Il 27 agosto 1972 l'amministratore delle diocesi di Pa­nevėžys e di Kaišedorys canonico P. Bakšys stava ammini­strando il sacramento della cresima. Il governo aveva permes­so a due sacerdoti di aiutarlo. I cresimandi erano circa 3.000. Ma appena terminata la predica uno dei due, il decano di Šeduva e parroco di Pakruojis, rev. Juozas Ražanskas di 62 anni, morì in sacrestia, sfinito dalla fatica.

Lo stesso giorno alcuni teppisti colpirono con un mat­tone una vecchietta venditrice di oggetti di devozione men­tre stava rientrando a casa. Caduta a terra, i delinquenti la colpirono ancora a calci e le tolsero il denaro e irosari e fuggirono. La vecchietta morì in ospedale.

Joniškėlis

Come vestirsi in chiesa

Il 13 agosto 1972 qui si celebrava la festa dell'Assunzione in cielo della Vergine Maria. Finita la festa, giunse il sosti­tuto del presidente del Comitato esecutivo del dzdt della provincia di Pasvalys, Stapulionis, il quale, convocati il par­roco rev. B. Jareckas e il cassiere del comitato parrocchiale,li rimproverò duramente: « Perché avete invitato tanti preti e chierici? Perché il parroco ha permesso di fare la predica ad un prete di un'altra provincia? Perché egli ha permesso alle ragazze di vestire in costume nazionale durante la pro­cessione? ». Di fatto alla festa erano intervenuti soltanto tre sacerdoti e altrettanti chierici. Il rappresentante del governo pretese che il parroco si impegnasse a non permettere più alle ragazze di indossare icostumi nazionali. Quando il par­roco si rifiutò di farlo, Stapulionis costrinse il comitato parrocchiale a firmare un impegno che bandiva l'uso dei costumi nazionali dalla chiesa. Nella provincia di Pasvalys è vietato portare i costumi nazionali durante le processioni in chiesa.

Krikliniai (provincia di Pasvalys)

Un parroco sgradito al regime

Verso la fine del 1971 il parroco di Krikliniai, rev. P. Ma-silionis, chiese all'amministrazione della provincia di Pasva­lys il permesso di recarsi a visitare i propri parenti residenti negli Stati Uniti. Nel giugno 1972 gli fu risposto in ma­niera negativa. Il rev. Masilionis infatti non appartiene alla specie dei preti ai quali si può permettere di andare all'este­ro, elementi che sono completamente fedeli al regime e che per la maggior parte dei casi hanno più o meno rapporti con gli organi del kgbIl parroco di Krikliniai non ha que­sti « meriti ». Non appena giunse nella parrocchia di Kri­kliniai il sostituto del presidente del Comitato esecutivo della provincia di Pasvalys, Stapulionis, lo ammonì: « Sta' in chie­sa. Non andare in giro per la parrocchia ». All'amministra­zione della provincia non piacciono le prediche del parroco Masilionis, perché toccano i problemi attuali della vita dei credenti. Per esempio la direzione del kolchoz di Krikliniai paga un salario doppio ai kolchoziani che lavorano di dome­nica: 10 rubli al giorno. Alla vigilia della festività patronale della Visitazione di Maria (2 luglio) venne fatto sapere ai kolchoziani che chi avesse lavorato quel giorno sarebbe sta­to ricompensato con un carro di fieno. Dato che in genere è assai difficile trovare del fieno, alcuni kolchoziani cedettero e lavorarono nel giorno della festività. Il parroco du­rante la predica esortò i fedeli a non vendere le domeniche. Inoltre aggiunse che fanno male quei genitori cattolici i quali permettono matrimoni solenni ai figli che rifiutano il sacramento del matrimonio. Il rev. Masilionis ammonì pure i fedeli riguardo ai funerali solenni per coloro che si impiccano. Nel mese di luglio 1972 il rev. Masilionis ven­ne convocato dalla Sicurezza di Pasvalys.Il capo lo rim­proverò per le sortite dei preti durante le prediche, citando i sacerdoti Buliauskas, Nykštus ed altri e definendo troppo irruento anche il parroco di Krikliniai. Il capo della Sicu­rezza aggiunse che « ci sono sufficienti libri di preghiera per i credenti, che il governo sovietico è disposto a permettere la pubblicazione di un giornale cattolico, solo che i preti non sono capaci di formare una redazione. Anche i preti sono sufficienti, basta soltanto scegliere meglio i candidati al seminario ». Il parroco Masilionis spiegò al capo della Si­curezza che la propaganda ateistica è venuta a nausea a tutti quanti, perché è falsa e pornografica. È dovere del sacer­dote dire la verità ai credenti.

« Perché voi preti scrivete degli esposti collettivi, ad esem­pio per il caso del prete Žiukelis? » chiese il funzionario della Sicurezza. Il rev. Žiukelis infatti dietro ordine di Ru­gienis era stato destinato alla sperduta parrocchia di Šimo­nys. I sacerdoti della provincia di Pasvalys nell'esposto di­retto all'amministratore can. P. Bakšys in difesa del proprio decano obbiettavano che tale trasferimento era contrario alle norme canoniche della Chiesa. Il funzionario della Si­curezza aggiunse che i memorandum inviati all'estero, co­me ad esempio quello dei 17.000 cattolici lituani, non avreb­bero dato alcun frutto.

« Se vi occorre qualcosa, scrivete rivolgendovi a Rugie­nis » propose il funzionario della Sicurezza. Al termine del colloquio egli espresse rammarico per il fatto che il Co­mitato statale creato per la lotta alla controrivoluzione attualmente deve occuparsi dei preti.

DIOCESI DI VILKAVIŠKIS

Prienai

Esce dalla reclusione il reverendo Zdebskis

Il 26 luglio 1972 i fedeli di Prienai si recarono al campo di concentramento di Pravieniškiai per incontrare il vica­rio di Prienai, rev. Zdebskis, che veniva rimesso in libertà. Ma egli venne rilasciato un giorno prima, per evitare una « dimostrazione politica ». I parrocchiani hanno dato il loro solenne bentornato al rev. Zdebskis domenica 27 agosto. Mentre dopo la messa il sacerdote tornava in sacrestia, i bambini spargevano i fiori. Sul sagrato adulti e ragazzi han­no salutato l'ex detenuto. Gli vennero recati tanti fiori da non trovare più posto nelle braccia del sacerdote. Rugienis non ha permesso a S.E. il vescovo Labukas di dare un inca­rico al rev. Zdebskis nella diocesi di Vilkaviškis. Due mesi dopo il rev. Zdebskis è stato mandato in qualità di vicario a Šilutė, nella diocesi di Telšiai. Si tratta di un metodo « ci­vile » di esilio. Vuoi lavorare? Vattene dalla tua diocesi.

Kalvarija

Nei giorni 22 e 23 luglio 1972 in questa località doveva esser conferito il sacramento della cresima. L'amministra­zione della provincia di Kapsukas ordinò di togliere gli alto­parlanti installati per l'occasione. « Per non irritare il go­verno » il 22 luglio non venne fatta alcuna predica. Hanno ricevuto il sacramento della cresima circa 4.000 ragazzi.

Meteliai

Il 24 settembre 1972 la chiesa di Meteliai celebrava il giu­bileo dei 150 anni di fondazione. Rugienis permise la parte­cipazione del vescovo, ma non lasciò conferire il sacramento della cresima.