Successi dell'ateìsmo

Quali successi hanno conseguito gli ateisti non nella per­secuzione dei credenti, ma nella loro attività diretta?

Nel 1972 funzionavano in Lituania 33 scuole per confe­renzieri ateistici, nelle quali hanno studiato 750 agitatori. Per i propagandisti ateisti veniva edita una pubblicazione periodica « Religija ir dabartis » (La religione e il pre­sente); sta inoltre per essere iniziata la pubblicazione della rubrica « Atsakymai tikintiesiems » ( Risposte ai credenti ).

« Come ha dimostrato la pratica delle attività della scuo­la per i conferenzieri ateisti della repubblica, non tutte le organizzazioni dell'associazione « 2inija » (Conoscenza) hanno prestato sufficiente attenzione a questa forma di istruzione dei conferenzieri. Alcune evidentemente hanno invitato a studiare in essa non proprio gli elementi più adatti. Perciò una rilevante percentuale di studenti dopo una o due esercitazioni ha smesso di frequentare la scuola » « Lai­kas ir ivykiai » (Tempo e avvenimenti), n. 23, 1972, pag. 11.

« Le persone inviate dalle organizzazioni di Druskininkai, Ukmergė, Joniškis, Telšiai e altre località, come hanno ammesso esse stesse, nelle province non venivano affatto utilizzate» (ivi, pag. 12).

Il docente del CC del PCL, Pr. Beniušis, ha lamentato che gli ateisti della provincia di Šilale hanno lavorato assai male, mentre il giornale « Tėvynė » ( Patria ) di Panevėžys si è interessato assai poco di temi ateistici, eccetera. « Laikas ir ivykiai » (Tempo e avvenimenti) n. 21, 1972, pag. 19.

Non più successo hanno avuto gli ateisti anche nella divul­gazione dei riti ateistici. « Bisogna tuttavia riconoscere aper­tamente che in molti posti le belle iniziative cominciano a spegnersi. Le superbe cicogne in giro cominciano a scom­parire, e non perché cambiano le stagioni ma evidentemente per mancanza di buona volontà, la quale viene sempre meno sostenuta da un'attività concreta, da iniziative e da intelli­genza, perché manca l'inventiva, si percorre la strada della più pura banalità » « Tiesa » (Verità), 14 gennaio 1973.

Chissà quali sarebbero i risultati dell'attività degli ateisti se il governo sovietico non li sostenesse, e concedesse ai credenti piena libertà di azione!?

Gli studenti credenti nella scuola ateistica

La maggior parte dei giovani in Lituania viene educata religiosamente. Ciò è attestato dai seguenti fatti.

Ogni anno si preparano alla prima comunione un gran nu­mero di bambini. Per esempio ad Anykščiai ogni anno ven­gono preparati circa 150 bambini, a Švenčionys circa 200, a Prienai circa 300 bambini, a Marijampolė circa 500. Nelle parrocchie maggiori della provincia per la prima comunione si preparano in media 100-120 bambini. In quelle più pic­cole accedono alla prima comunione circa 15-30 bambini.

Gli stessi ateisti ammettono che ancora non pochi bam­bini e ragazzi si trovano sotto l'influenza della religione. Nel 1971 sul giornale « Lietuvos pionierius » (Pioniere della Lituania) si leggeva: « ...quest'estate una parte dei ragazzi della scuola di Valkininkai ha frequentato la chiesa, ha com­piuto le pratiche religiose, qualcuno ha persino servito il sacerdote durante le funzioni. Tra questi studenti vi erano persino dei pionieri e dei komsomoliani... Perfino i più at­tivi pionieri e i giovani comunisti di Valkininkai erano tranquilli fino al punto di dire che "...non vedevano in ciò nulla di male..." Gli altri purtroppo cominciano già ad affermare che "credono in Dio" e che non cesseranno di frequentare la chiesa. Ma la cosa più dolorosa è che tra questi "altri" vi erano dei pionieri e dei giovani comu­nisti... » (V. Grablikas, Lezione dolorosa).

La sempre più intensa lotta per la formazione di conce­zioni ateistiche tra gli studenti mostra che la maggioranza di questi è credente. Nel 1972 veniva soprattutto sotto­lineata l'importanza dell'educazione ateistica. Il segretario del CC del PCL, A. Barkauskas, il 26 febbraio 1972 ha scritto sul « Tiesa »: « Il compito della scuola è quello di far sì che durante il corso di insegnamento le cognizioni fornite divengano solide convinzioni. Formare degli ateisti combat­tivi è il dovere di ogni collettivo di pedagoghi, di ogni insegnante ».

Il ministro della pubblica istruzione della rss di Litua­nia, M. Gedvilas, afferma: « Tenendo presente la lotta ideo­logica in corso nel mondo, noi dobbiamo cercare continua­mente delle vie e dei modi per formare sempre meglio una personalità universalmente istruita, ricca spiritualmente di concezioni materialistiche, di convinzioni comuniste, dotata di una grande coscienza sociale » « Tiesa », 14 gennaio 1973.

Con quali metodi le convinzioni ateistiche vengono incul­cate negli studenti?

Gli studenti vengono educati all'ateismo con la forza

Gli insegnanti di tutte le specializzazioni vengono costret­ti durante l'insegnamento delle proprie materie, per esem­pio la fisica e l'astronomia, ad inculcare anche l'ateismo. Persino nelle lezioni di matematica devono esserci dei ri­chiami all'ateismo. Nel volumetto di A. Gulbinskiene e V. Petronis destinato agli insegnanti Mokslinis ateistinis auklėjimas mokykloje (L'educazione scientifico-ateistica nel­la scuola), Kaunas 1959, pag. 35, è scritto: « Per esem­pio, nelle classi III-IV si può assegnare come compito agli studenti il calcolo delle spese inutili che il popolo deve sostenere per il mantenimento delle chiese e dei preti... Bi­sogna dimostrare in tutti i modi come si potrebbe utilizzare quel denaro per migliorare la vita dei lavoratori ». Gli in­segnanti di storia, di letteratura e di scienze sociali in modo particolare devono distruggere la fede degli studenti. I di­rigenti delle classi hanno il dovere inderogabile di program­mare e tenere le conferenze ateistiche durante le riunioni di classe. Nelle scuole vengono organizzate le conferenze ateistiche, le discussioni sui libri ateistici, le serate di do­mande-risposte e dimostrazioni dei « miracoli ». I propa­gatori dell'ateismo non chiedono né ai genitori né ai ra­gazzi se essi vogliono diventare ateisti, ma con la violenza cercano di penetrare nelle loro coscienze e osano procla­mare che « nell'Unione Sovietica è stata realizzata la piena libertà di coscienza », vedi J. Anyčas e J. Rimaitis, Tarybiniai įstatymai apie religinius kultus ir sąžinės laisvė (Le leggi sovietiche sui culti religiosi e la libertà di coscienza), 1970, pag. 17.

Nell'educare ateisticamente i ragazzi non si tengono in al­cun conto le più elementari verità. Si ricorre alla più sfac­ciata calunnia presentando la Chiesa come la più grande propagatrice di superstizioni e i preti come criminali. Ad esempio, nel testo della VI classe Viduriniu amžių istorija (La storia del Medioevo), 1972, pag. 226, vengono ca­lunniati la Chiesa, i pontefici e gli ordini religiosi, con raf­figurazioni di caricature dei papi e dei religiosi. Di S. Igna­zio di Loyola è scritto che egli avrebbe insegnato: « Bisogna prestare obbedienza al papa senza discussioni, persino in nome del peccato, e si deve peccare se il superiore lo vuole ».

Nella « Storia antica » è scritto che il cristianesimo è nato dalle leggende sul Cristo e queste sono sorte dai culti di Osiris, ecc. (1971, pag. 225). Intanto lo storico Tacito nel primo secolo, nel libro quindicesimo della sua operaGli annali, scriveva: « Il Cristo, da cui quella religione ha preso il nome, essendo governatore Tiberio venne con­dannato a morte dal procuratore Ponzio Pilato » vedi Pu­blio Cornelio Tacito Rinktiniai Raštai (Scritti scelti), Vil­nius 1972, pag. 224.

Nel testo destinato all'undicesima classe Visuomenės mokslas (Scienze sociali), 1971, pag. 212, è scritto: «Gli elementi parassitari, i mangiapane a tradimento e i soggetti moralmente tarati aumentano le file dei servi della Chiesa ».

Volendo deridere i miracoli, i propagandisti della scuola sovietica affermano: « Spesso gli ecclesiastici ingannano i cre­denti trasformando l'acqua in "sangue"... I preti sfruttano anche il seguente effetto: di notte fanno accendere da sole le candele in chiesa », vedi A. Gulbinskienė e V. Petronis: Mokslinis ateistinis auklėjimas mokykloje (L'educazione scientifico-ateistica nella scuola), pag. 28.

Presa la rincorsa, gli apostoli dell'ateismo trasformano in « ateisti » Galileo, Copernico e altri scienziati ( pag. 64 ).

Il 25 dicembre 1971 nella scuola media di Prienai l'in­segnante di storia e scienze sociali Vaškienė ha « illuminato » gli alunni della decima classe raccontando che Maria era stata una prostituta, Giuseppe uno scemo, eccetera.

Gli studenti che si recano in chiesa con maggiore assiduità vengono spaventati con la minaccia che nelle loro note ca­ratteristiche verrà segnalata la loro religiosità e perciò non potranno accedere alle scuole superiori. Durante tutto il pe­riodo del dopoguerra è invalso l'uso di segnare nelle note caratteristiche che lo studente « ...non si è liberato ancora delle superstizioni religiose ».

Eppure una volta Lenin scrisse: « Non sono assoluta­mente ammissibili discriminazioni di alcun genere tra i cit­tadini a riguardo dei loro diritti in dipendenza delle loro convinzioni religiose. Qualsiasi accenno a questa o quella religione dei cittadini dev'essere eliminato completamente nei documenti ufficiali » vedi Lenin: Raštai (Scritti), voi. 10, pagg. 65-66. Non è possibile ammettere che gli inse­gnanti scrivano di propria iniziativa nelle note caratteri­stiche giudizi sulla religiosità degli studenti. Se ciò non fosse ordinato dai responsabili del governo, nelle condizioni dell'ordinamento sovietico nessun insegnante oserebbe agi­re in questa maniera. Gli insegnanti sanno bene che per le proprie convinzioni religiose molti hanno pagato duramente; mentre per aver violato le coscienze, nessuno.

Gli studenti credenti vengono costretti ad iscriversi alle organizzazioni ateistiche dei pionieri e del Komsomol

Gli allievi delle prime classi vengono iscritti di solito nelle organizzazioni degli « ottobrini » e dei « pionieri » senza chiedere il loro consenso né quello dei loro genitori. Ai ragazzi viene soltanto ordinato di acquistare le stellette e le sciarpe. In non pochi casi gli stessi insegnanti compe­rano le stellette e le sciarpe e poi ordinano di portare il de­naro. Ai pionieri iscritti per forza gli insegnanti impongono di non essere falsi e di non andare in chiesa perché un auten­tico pioniere dev'essere ateista. Gli insegnanti coartano i ragazzi generalmente non di propria iniziativa, ma essendovi obbligati dal Ministero della pubblica istruzione. Nella mag­gior parte delle scuole della Lituania portare la sciarpa rossa non è popolare, e i ragazzi evitano di farlo.

« La religiosità dei genitori e dei ragazzi è la causa princi­pale se non l'unica per la quale gli studenti non vogliono iscriversi nell'organizzazione dei pionieri. Perciò, in quei casi in cui un giovanissimo si rifiuta di iscriversi, si può dedurre che esso viene educato in una famiglia religiosa e che egli stesso è più o meno religioso », così ragiona lo spe­cialista in ateizzazione degli studenti, B. Bitinas, vedi Reli­gingi mokinai ir ju perauklėjimas ( Gli studenti religiosi e la loro rieducazione) 1969, pag. 128.

Nella ricorrenza del cinquantenario dell'URSS nel primo semestre dell'anno scolastico 1972-73 gli studenti delle clas­si superiori sono stati forzati in modo particolare ad iscri­versi al Komsomol. Si è cercato di persuaderli che ai non iscritti sarebbe stato più difficile accedere alle scuole supe­riori. E in verità non sono rari i casi in cui dei giovani che vogliono entrare nelle scuole superiori vengono respinti per­ché non iscritti al Komsomol. In alcune scuole nel 1972 gli insegnanti trattenevano gli studenti dopo le lezioni per tre-quattro ore, sollecitandoli in ogni maniera ad iscriversi al Komsomol. In questi ultimi tempi si avverte una sempre maggiore resistenza degli studenti alle sollecitazioni ad iscri­versi a questa organizzazione. Gli uni lo fanno per ragioni patriottiche, altri per motivi religiosi, perché non vogliono andare contro le proprie convinzioni; mentre la maggioranza non vede alcuna utilità nel Komsomol.

Gli insegnanti delle varie classi devono presentare un rendiconto alla Sezione della pubblica istruzione della pro­vincia, indicando quanti sono i komsomoliani. Se nella loro classe sono pochi la Sezione della pubblica istruzione de­duce che quel tale insegnante educa male la classe. I car­rieristi si sforzano di distinguersi almeno in questo: « La mia classe è "giovane comunista" al cento per cento ».

Nell'autunno del 1972 si iscrissero alle scuole superiori molti giovani che non facevano parte del Komsomol. Pare che col passare del tempo sia sempre più difficile realizzare l'illusione del « cento per cento ».

L'adesione alla « gioventù comunista » viene considerata molto importante nell'educazione ateistica dello studente. « La decisione di diventare "giovane comunista" è nello stesso tempo il definitivo rifiuto delle concezioni religiose » (B. Bitinas, ivi, pag. 108).

Al momento dell'iscrizione al Komsomol allo studente non viene chiesto se crede o no in Dio, ma spesso più tardi egli viene duramente criticato. Una allieva della scuola me­dia di Cedasai racconta: « Mi ricordo ancora della ver­gogna che ho provato all'adunanza del Komsomol quando so­no stata rimproverata per la mia frequenza alla chiesa ». Nu­merosi studenti cattolici iscritti al Komsomol non vogliono avere noie a scuola e perciò cominciano ad evitare la chiesa, e per compiere le loro pratiche religiose si recano in qual­che località più distante affinché i compagni e gli insegnanti non vengano a saperlo e così, lentamente, cessano di pra­ticare la fede. In questo momento la gioventù cattolica della Lituania si rende sempre più conto che aderire al Komso­mol è un grosso errore.

A fianco di altri raggruppamenti organizzati nelle scuole medie deve funzionare anche il gruppo ateista. Il numero di coloro che aderiscono è assai scarso, perciò gli insegnanti usano costringere con la forza gli studenti credenti a pren­dere parte all'attività del gruppo ateista. In tale gruppo ven­gono inclusi alcuni elementi da ogni classe. Sovente nel gruppo ateista vengono iscritti tutti i komsomoliani, come ad esempio nella scuola media di Punia, e talvolta persino gli studenti che praticano attivamente la religione affinché prendendo parte alle attività ateistiche « si rieduchino ». Alcuni insegnanti ricorrono perfino all'inganno pur di in­cludere i ragazzi credenti nel gruppo ateista. Nel primo se­mestre dell'anno scolastico 1972-73 l'insegnante della scuo­la media di Krosna, Dainauskaité, invitò gli alunni ad iscri­versi ad un gruppo che avrebbe fatto delle gite, « visite alle chiese », eccetera. I ragazzi, non comprendendo l'inganno, si iscrissero nel gruppo ateista ma più tardi resisi conto della trappola si dimisero.

L'impopolarità dell'ateismo tra gli studenti è testimo­niata dal fatto che i gruppi ateistici agonizzano in quasi tutte le scuole della Lituania; essi funzionano soltanto « quanto basta ».

L'iscrizione forzosa dello studente credente nel gruppo ateista costituisce il più brutale crimine nei riguardi delle convinzioni del ragazzo e dei suoi genitori.

Una forma ancora più diffusa di violazione della coscienza degli studenti è rappresentata dall'obbligare il giovane cre­dente a pronunciarsi su problemi ateistici, a rispondere alle interrogazioni durante le lezioni di ateismo, a svolgere dei compiti su temi ateistici, a prendere parte ad iniziative di ca­rattere ateistico, eccetera.

B. Bitinas scrive: « Illustreremo alcuni dei metodi usati per coinvolgere gli studenti nelle attività ateistiche. Uno di essi è quello di chiedere allo studente religioso di espri­mere pubblicamente le proprie opinioni su un argomento di carattere ateistico (nel corso di colloqui, di conferenze te­nute da propagandisti, discutendo i film sul giornale mu­rale, eccetera). La cosa più importante è che lo studente, sollecitato ad esporre le proprie idee, deve necessariamente assumere una certa posizione che dovrà poi trovare riscontro nel suo modo di agire perché in caso contrario i compagni di classe lo considereranno un ipocrita. Un ragazzo di una certa età è in genere assai sensibile a simili accuse... » (ivi, pag. 165).

Non occorrono certamente commenti a queste parole di un corruttore dello spirito della gioventù lituana, che atte­stano il totale dispregio della libertà di coscienza degli stu­denti. Rimane solo da aggiungere che il citato volume è stato edito dal Ministero della pubblica istruzione e viene raccomandato agli insegnanti quale libro di testo per l'ate-izzazione degli studenti.

   Gli insegnanti di disegno ordinano sovente agli studenti di eseguire qualche composizione di carattere ateistico. In caso di rifiuto, i due fioccano. Una tale coartazione degli studenti credenti viene considerata benefica e rispondente ai programmi stabiliti dal Ministero della pubblica istru­zione.

Gli studenti che frequentano la chiesa spesso vengono scherniti e biasimati nelle riunioni di classe, sui giornali murali, eccetera. Nel mese di aprile del 1972 l'alunna Lina Galinskaite della X classe della scuola media di Aštrioji Kirsna si era recata a visitare la salma di un vicino di casa e aveva pregato in ginocchio per il defunto. La presiden­tessa del comitato sindacale della scuola, Lukoševičienė, e la segretaria dell'organizzazione del partito, Valiukoniené, che l'avevano vista si mostrarono assai indignate. Il giorno seguente nella classe di L. Galinskaite venne convocata una riunione urgente. La pedagoga rimproverò pubblicamente Lina per « ...essersi inginocchiata ed essersi fatta il segno della croce ». « Sì, mi sono inginocchiata e lo farò ancora in avvenire. Mi sono segnata e continuerò a farlo. Tutto ciò voi non potrete proibirmelo, perché non ne avete alcun di­ritto » ribatté coraggiosamente la ragazza credente. « Potrai strisciare quanto vuoi, ma per il tuo comportamento ti do­vremo buttare fuori dalla scuola, oppure metterti un due in condotta. »

La Lukoševičienė e la Valiukoniené decisero poi di discu­tere il comportamento di Lina alla presenza di tutti gli alunni. I komsomoliani avrebbero dovuto condannare la sua condotta.

« Noi stessi andiamo in chiesa e preghiamo, come possia­mo condannare la nostra compagna? » dichiararono gli studenti.

La presidentessa del comitato sindacale convocò allora una riunione del personale di servizio: voleva che almeno le donne delle pulizie condannassero la ragazza credente, ma le donne la difesero concordemente.

Gli insegnanti in genere evitano di deridere essi stessi gli studenti religiosi (anche se tali casi non sono rari) ma sollecitano gli altri studenti a farlo. Nel libro già citato si legge: « Qualcuno sostiene che nell'educare ateisticamente gli studenti non si deve usare una critica satirica nei riguardi di quegli studenti che compiono i loro doveri religiosi. Tutta­via la documentazione da noi raccolta dimostra che questa affermazione non può essere accettata categoricamente, se si ha a che fare con i ragazzi più giovani. In alcuni casi il bia­simo pubblico espresso in forma satirica induce lo studente religioso ad accettare gli scopi dell'educazione ateistica, più che altre forme di pressione. Il giovanotto non vuole essere ridicolizzato nel collettivo e ciò molto spesso ha un'influenza maggiore dell'incitamento dei genitori a compiere i doveri religiosi » (pag. 122). « Lo studente si sente a disagio al­lorché viene rimproverato per la pratica della religione, spe­cialmente se egli è un pioniere » ( ivi ).

In modo particolare vengono perseguitati quegli studenti che servono la messa e prendono parte alle processioni (ve­di la lkb kronika nn. 1, 2, 3, 4). Gli insegnanti sgridano, gli studenti che partecipano alle funzioni religiose, cercando di convincere i genitori a non consentire che i loro figli si accostino all'altare, mentre i funzionari del governo perse­guitano i sacerdoti con multe, con trasferimenti in parroc­chie più piccole, eccetera. Gli ateisti temono che la parteci­pazione attiva alle funzioni religiose contribuisca a formare dei cattolici coscienti e in modo particolare che tra i ra­gazzi che servono la messa vi siano dei candidati al semi­nario ecclesiastico.

L'allievo E. della scuola media di Karklénai era solito servire la messa. Un giorno il direttore V. Vilkas lo fece chiamare e gli chiese: « È vero che servi la messa? ».

« È proprio vero. »

« Quanto ti paga il prete per questo? »

« La mia ricompensa viene dall'alto. »

« Ciò verrà segnalato nelle tue note caratteristiche, in modo che non potrai più accedere ad alcuna scuola su­periore! »

« E quei giovani comunisti ubriachi che gironzolano la sera davanti alla casa della cultura, stracarichi di due, forse avranno delle buone note caratteristiche e potranno iscri­versi alle scuole superiori? »

« Bigotto! »

Un altro allievo, il giovane P., è stato ugualmente per­seguitato per la sua fede. Il direttore Vilkas lo convocò nel suo ufficio e gli chiese se andava in chiesa.

« Non solo ci vado, ma suono anche l'organo. »

« Conosco bene il tuo comportamento. Ma io distrug­gerò il nido dei fanatici! » urlò il direttore.

« Tutti noi siamo in qualche modo fanatici. Io credo in Dio, voi anche credete... Che c'è di male? Esiste pure una libertà di coscienza! »

« Vedremo come starnutirai quando a causa delle tue cat­tive note caratteristiche dovrai andare a fare il servizio mili­tare! » minacciò il direttore.

Gli insegnanti ateisti e i funzionari del governo si irri­tano particolarmente quando vengono a sapere che gli stu­denti frequentano il sacerdote e leggono letteratura rice­vuta da lui. Il contatto personale degli studenti con il sa­cerdote è vietato espressamente dalle leggi sovietiche.

Se gli insegnanti subodorano che un allievo ha intenzione di entrare nel seminario ecclesiastico cercano di svolgere una particolare azione intesa a sviare i suoi pensieri in un'altra direzione. Non di rado un tale studente viene adu­lato pur di conquistare la sua simpatia. Vi sono però dei casi di particolare resistenza. Allora si cerca di reprimere tali studenti durante l'anno scolastico e durante gli esami.

Agli studenti per la loro frequenza alla chiesa non di rado vengono abbassati i voti, specialmente quello di con­dotta.

I voti del secondo trimestre del 1972 dell'allieva Aure­lija Račinskaitė della prima classe della scuola di otto anni di Rageliai (provincia di Rokiškis) erano di cinque in tutte le materie mentre in condotta era solo di sufficienza (tre) con l'annotazione: « La condotta nel II trimestre è soltanto sufficiente perché l'allieva va in chiesa

Gli insegnanti spesso sequestrano agli studenti credenti le crocette e le medagliette sacre. Ad esempio in questo campo ha un'esperienza particolare la direttrice della II scuola media di Kaunas, Rimkiene. Nel gennaio 1973 essa

1 In Lituania — come in genere nell'URSS — sono sufficienti i voti dal tre in su. Il cinque è il voto massimo.(N.d.r.)

strappò ad una ragazza una medaglietta dal collo, urlando: « Di questa ferraglia è pieno il mio cassetto! ».

Vi sono dei casi in cui persino i genitori vengono per­seguitati sul posto di lavoro a causa della religiosità dei figli. Durante i comizi viene loro rimproverato di danneg­giare la gioventù sovietica impedendo alla scuola sovietica di formare dei coscienti edificatori del comunismo.

La reazione degli studenti credenti di fronte alla discriminazione

Una parte notevole degli studenti si piega alle misure per­secutorie sia per far piacere agli insegnanti che per evitare ostacoli nel proprio futuro, e si iscrive alle organizzazioni dei pionieri e dei komsomoliani evitando di frequentare la chiesa. Non si può definirli degli ateisti veri e propri, in quanto i loro rapporti con la Chiesa non vengono completa­mente rotti.

Un'altra parte di studenti cede unilateralmente alla pro­paganda ateistica. Non conoscendo la fede, constatano sol­tanto che essa è derisa e perseguitata. Costoro, specialmente nelle classi superiori, cominciano a fingere ed evitano di mostrarsi credenti, alcuni diventano ateisti. Negli studenti di questa specie si nota tuttavia una caratteristica comune: il loro disinteresse verso i problemi ideologici. Né ateismo né religione, ma soltanto sport,cinema, televisione e più tardi alcool ed erotismo. Infatti la maggior parte dei cri­minali detenuti nei lager della Lituania è costituita da gio­vani ateisti.

Un certo numero di studenti iscrivendosi alle organizza­zioni dei pionieri e dei komsomoliani non vi scorge nulla di male. Crescendo nell'atmosfera permeata di menzogna e di disonestà creatasi in Lituania nel dopoguerra gli studenti non riescono a percepire con chiarezza il danno che arrecano loro la doppiezza e la carenza di principi.

Molti studenti essendovi costretti rispondono durante le lezioni ateistiche, scrivendo su temi ateistici, e non ne scor­gono il danno morale. La mancanza di orientamento nelle cose della fede e della morale, oltre ad una spietata pres­sione, sono le cause principali del fatto che gli studenti mo­strano indifferenza nei riguardi della religione e non evi­tano degli errori del tutto ingiustificabili. Una grave respon­sabilità per gli errori e la faciloneria propri degli studenti di tal genere ricade sulla coscienza dei genitori. Alcuni tra­scurano la formazione religiosa, altri mostrano timore nel difendere i propri figli allorché questi vengono repressi a causa della fede, altri ancora consigliano addirittura ai figli: « Figliuolo, iscriviti al Komsomol; l'importante è soltanto che nel tuo cuore non rinneghi Dio!».

Tuttavia una parte di studenti osa ribellarsi e difendere decisamente le proprie convinzioni.

Nel primo semestre dell'anno scolastico 1972-1973 nella scuola media di Griškabūdis agli alunni delle classi IX-XI vennero sottoposte tre domande, allo scopo di conoscere meglio le convinzioni degli studenti. Il novanta per cento degli studenti rispose di credere in Dio.

Nella scuola di otto anni di Salininkai il 15 settembre 1970 un'allieva nel corso di un dettato ateistico scrisse tutto il contrario di quello che veniva dettato. Sebbene nel suo com­pito non vi fossero errori di alcun genere, il direttore le mise uno.

Nella scuola media di Klaipėda nel mese di febbraio 1972 avvenne questo colloquio tra l'insegnante e l'allieva N. della settima classe: « Mi vergogno che tu, una brava allieva, non ti sia ancora iscritta ai pionieri! ».

« Io non provo alcuna vergogna. »

« Perché tu sola vuoi distinguerti in tutta la classe? »

« Io non voglio recitare, intendo essere realmente quel­la che sono. »

L'insegnante durante tutta l'ora di lezione parlò del­l'organizzazione dei pionieri. Alla fine concluse dicendo: « Dato che questa organizzazione esiste e che ti ordinano di iscriverti, iscriviti senza fare tanti ragionamenti ».

Allorché le altre pioniere tentarono di metterle per forza al collo la sciarpa da pioniere, la ragazza si ribellò esclaman­do: « Del mio collo la padrona sono io! ».

Nel 1971 sul « Lietuvos pionierius » (Pioniere della Li­tuania) venne pubblicata la lettera di una studentessa che scriveva: « Io sono iscritta ai pionieri ma mi sono messa il fazzoletto al collo soltanto perché mi è stato imposto dalla maestra... Continuo a frequentare la chiesa non perché vi sia spinta dalla nonna, dal nonno o dai genitori, ma di mia spontanea volontà. Così, come quasi tutti gli alunni della mia classe, faccio anche la comunione. Sono fermamente convinta che Dio esiste ».

Nella scuola di medicina di Klaipėda nel 1969 il corso di lezioni ateistiche venne tenuto dal direttore del teatro di Klaipėda, B. Juškevičius. Per avere la firma di frequenza bisognava rispondere per iscritto ad alcune domande di con­tenuto ideologico. Il docente rimase assai male quando nel questionario di una ragazza lesse questi pensieri:

« Si dice che le varie religioni siano nate dall'impotenza e dall'ignoranza dell'uomo, ma ciò non è vero. L'origine delle religioni è molto più sublime. Gli scienziati scoprono i più svariati fenomeni e tutto ciò invita a riflettere su chi ab­bia creato questi fenomeni. L'uomo scopre solo ciò che Dio ha creato da molto tempo. L'uomo è qualcosa di più che un pezzo di carne e un mucchio di ossa. L'uomo ha un'ani­ma immortale. Cristo è realmente esistito. Gli anni che pas­sano vengono contati dalla sua nascita... Se tutti fossero de­gli autentici e forti cattolici quanto ideale e bella sarebbe la vita, simile ad un paradiso in terra. Non occorrerebbero eserciti né la milizia né le prigioni; mentre ora...! Io penso che soltanto la religione cattolica sia quella autentica. Lo pensavo già da molto tempo ma ora me ne sono maggior­mente convinta nel corso delle lezioni... ».

Negli ultimi tempi si nota negli studenti una più decisa " volontà di difendere le proprie convinzioni e di non cedere alla costrizione. Il maggior aiuto gli studenti credenti lo ricevono in genere dai propri genitori, anch'essi religiosi.

Nella scuola media di Kapsukas l'allieva N. dichiarò pub­blicamente di essere credente. L'insegnante le ordinò di far venire a scuola suo padre. Questi difese coraggiosamente la propria figlia: « Possibile che voi desideriate che l'uomo venda le proprie convinzioni per un piatto di lenticchie? ».

Nella parrocchia di Karklėnai una madre apprese che i suoi figli avrebbero dovuto recitare e cantare nel periodo della Quaresima. La donna, decisa, si recò dall'insegnante a scuola e le disse che non avrebbe permesso ai suoi figli di recitare e cantare durante la Quaresima.

« A voi interessa soltanto promuovere in qualche modo l'allievo; mentre a me interessa tutta la sua vita e l'eter­nità. Non voglio che i miei figli divengano dei "chuli-gani"1 ».

In una parrocchia della Samogizia i genitori sentivano che i figli, tornati dalla scuola, stavano provando una recita atei­stica. Il giorno seguente la madre si recò dal direttore e gli disse: « I miei figli non reciteranno nulla contro Dio! Se li costringerete a recitare, da domani non verranno più a scuola ». E i ragazzi vennero esclusi dalla recita ateistica.

Una madre ha scritto alla redazione de « Il Pioniere della Lituania »: « ...Perché oggi, quando c'è tanta luce della scien­za, gli uomini non vedono quella immensa che promana da Dio? Mi fanno molta pena quelle madri che non insegnano ai propri figli a conoscere Dio. Io credo profondamente in Dio e voglio che anche i miei figli ci credano. Sono del parere che se un giorno i miei figli decidessero di fare a meno di Dio, preferirei che morissero ora ».

Gli ateisti definiscono fanatici i genitori che difendono la fede dei propri figli. In realtà fanatico è chi non tollera coloro che la pensano diversamente. Forse l'attuale perse­cuzione degli studenti credenti non nasce dal fanatismo?

Nel corso degli ultimi anni i genitori, anche collettiva­mente, hanno cominciato a difendere i propri figli persegui­tati per la fede. Si potrebbero citare diverse denunce col­lettive sottoscritte dai genitori: l'esposto del 10 ottobre 1971 dai genitori della parrocchia di Valkininkai al governo della provincia (vedi lkb kronika n. 2), l'esposto del mese di agosto 1971 dei genitori della parrocchia di Simnas al go­verno dell'urss, l'esposto del mese di febbraio 1972 dei genitori della parrocchia di Lukšiai al procuratore generale della rss di Lituania (vedi lkb kronika n. 2); l'esposto del 20 aprile 1972 dei genitori della parrocchia di Adutiškis a L. Breznev (vedi lkb kronika n. 4). In tutte le suddette denunce collettive sono stati citati casi di persecuzione de­gli studenti ed è stato chiesto che venga messo riparo alla situazione. Gli esposti collettivi dimostrano la crescente presa di coscienza dei cattolici e fanno presagire che in futuro i genitori difenderanno i propri figli con sempre mag­giore energia dai violatori della loro libertà di coscienza.

1 Parola entrata nell'uso russo e lituano dall'inglese hooligan che significa teppista, giovane delinquente. (N.d.r.)