Šiauliai

In difficoltà un propagandista dell'ateismo

Il 15 marzo 1974 gli operai dello stabilimento per ciechi di Šiauliai furono condotti ad una conferenza ateistica te­nuta da I. Zaksas, professore dell'istituto di medicina.

Il conferenziere disse che all'estero vengono propalate false notizie sulle restrizioni imposte alla stampa religiosa in Lituania, sulle punizioni inflitte a preti innocenti, ecc. Il professore affermò anche che presso il Seminario eccle­siastico di Kaunas non si registrava nessuna richiesta di iscrizione e che non c'erano restrizioni di alcun genere da parte del governo sovietico. Se si verifica che un sacerdote amministri più parrocchie, ciò è dovuto soltanto al fatto che ad un piccolo numero di credenti non occorrono diversi preti.

Dopo la conferenza i presenti posero una serie di do­mande.

« Oggi abbiamo sentito dal conferenziere che gli ateisti sono amici dei credenti. Io sono un credente e ho inse­gnato ad esserlo anche ai miei figli. Tuttavia gli ateisti di Šiauliai più di una volta, nel corso di diverse riunioni, mi hanno detto che i miei figli non potranno accedere alle scuole superiori. Allora dov'è questa amicizia? », chiese l'operaio Šileikis.

Il conferenziere gli assicurò che se i suoi figli avessero superato gli esami altrettanto bene degli altri avrebbero potuto iscriversi senz'altro alle scuole superiori; mentre egli non riusciva a spiegarsi il comportamento degli ateisti di Šiauliai...

L'operaio Jurevičius dichiarò pure di non aver rilevato mai alcun segno di amicizia da parte degli ateisti. Due giovani l'anno prima avevano innalzato una croce sul Mon­te delle Croci e per questo "delitto" erano stati duramente puniti. V. Ivanovas venne espulso dal Conservatorio musi­cale, Z. Mištautas non fu ammesso agli esami statali. Inol­tre lo stesso Z. Mištautas fu costretto a tenere una confe­renza ateistica la vigilia di Natale. Forse ciò non costituisce una persecuzione per una persona credente? O forse tuttoquesto viene considerato come una dimostrazione di ami­cizia?

Il prof. Zaksas rispose che gli ateisti si erano compor­tati forse ingiustamente, costringendo Mištautas a tenere una conferenza ateistica, ma sorvolò tranquillamente sulla circostanza dell'esclusione dagli esami.

Jurevičius rilevò che la stampa religiosa viene pubblica­ta in Lituania a bassissime tirature e perciò è quasi impos­sibile trovarla. Ad esempio, per il libro Maldynas (Orazioni), i credenti devono pagare fino a 30 rubli. Del volume II Va­ticano Susirinkimo Nutarimai (I decreti del Concilio Vati­cano II), Jurevičius aveva potuto prendere visione soltanto nel museo dell'ateismo.

Il direttore del Palazzo della Cultura, Alminas, affermò che egli non poteva essere un credente in quanto ai nostri giorni i miracoli non avvengono più, mentre nel passato era stato tutto inventato.

L'operaio Jurevičius osservò che anche al giorno d'oggi si verificano dei miracoli a Lourdes e a Fatima e che soltan­to per la mancanza di una stampa religiosa questi fatti restano ignoti a molti.

Il prof. Zaksas disse che durante la II guerra mondiale i tedeschi compirono molti massacri in nome di Dio. Un operaio spiegò che Hitler era ateo; mentre nei lager fascisti vennero trucidati migliaia di sacerdoti.

« Che cosa faranno gli ateisti, quando non vi saranno più credenti? », chiese Šileikis.

Dopo aver riflettuto un po', il conferenziere rispose che allora avrebbero combattuto l'alcoolismo e tutti gli altri mali sociali. Il prof. Zaksas alla maggior parte delle do­mande degli operai o non rispose affatto oppure diede una qualche spiegazione in maniera assai nebulosa.

« L'esistenza di Dio è dimostrata anche dalla vostra con­ferenza », concluse il suo intervento un operaio. La sala echeggiò di ovazioni.

*   *   *

Nelle note caratteristiche di Virginija Šileikytė, la re­sponsabile di classe, Daukaitiené, annotò: « Si trova sottol'influenza dei genitori, religiosi. Le concezioni di Virginija coincidono con quelle fanatiche dei genitori ... ».

*    *   *

Il 3 marzo 1974 un agente della Sicurezza condusse V. Ivanovas presso il comitato per la Sicurezza di Šiauliai e lo sottopose ad interrogatorio, chiedendogli perché egli avesse parlato dell'interrogatorio avvenuto in relazione al traspor­to di una croce sul monte di Meškuičiai; chi avesse aiutato sua madre a scrivere la denuncia, ecc.

*    *   *

L'11 febbraio 1974 il conferenziere Gorodickis tenne una conferenza ateistica nello stabilimento per ciechi durante la quale schernì i credenti. Egli disse che ai credenti sarebbe bene regalare una bara in occasione di un compleanno o di un onomastico, considerato quanto essi desiderino la vita eterna.

Dopo la conferenza gli intervenuti fermarono il confe­renziere e cominciarono con lui delle discussioni, ma quello fece di tutto per abbandonare al più presto la sala.

 

 

Žagarė

Meschina persecuzione quotidiana

Il 25 febbraio 1974 il sostituto del presidente del ce della provincia di Joniskis, V. Miciùnas, rivolse una ammo­nizione al parroco di Zagare, rev. G. Gudanavicius, perché questi partecipa alle processioni funebri nelle quali viene portata la croce; perché permette ai ragazzi di servire la messa; perché invita i genitori a portare i figli in chiesa e perché aveva catechizzato degli studenti nell'estate del 1973.

« Catechizzare i bambini, — rispose il rev. G. Gudana­vicius, — attirarli verso l'altare, sollecitare i genitori a frequentare la chiesa ed a farla frequentare ai loro figli sono tutti doveri del sacerdote. Sarei un cattivo prete se non adempissi coscienziosamente a questi doveri. »

« I bambini sono nostri e noi non intendiamo cederveli », urlò Mičiūnas.

« E noi non ve li chiederemo. Essi sono dei genitori. Se i genitori cercheranno il nostro aiuto, allora noi li aiute­remo volentieri ad educare religiosamente i figli — ribatté il parroco di Zagare. — Il portare la croce durante un corteo funebre è prescritto dalla liturgia. A ciò non si oppone nemmeno l'incaricato del Consiglio per gli affari religiosi, K. Tumėnas.

« Tumėnas non è nostro superiore, — disse il funzio­nario della provincia. — A Vilnius egli può disporre come vuole, ma non qui. Qui i padroni siamo noi... In conclu­sione: la vostra attività a Žagarė non ci piace. Adotteremo misure più drastiche. »

« È affar vostro. Io mi sforzerò, come sempre, di adem­piere ai miei doveri coscienziosamente. »

Poco dopo, la direzione della scuola cominciò a perse­guitare gli studenti che frequentavano la chiesa. Gli inse­gnanti si recavano nelle loro abitazioni, invitavano i geni­tori a presentarsi da loro e tentavano di persuaderli a non permettere ai figli di andare in chiesa. I figli potevano pre­gare anche a casa; per la frequenza alla chiesa sarebbero stati puniti.

Particolarmente perseguitati sono stati i figli della fami­glia Valančius. Genė Valančiūtė fino alla sesta classe aveva sempre riportato tutti cinque* ed aveva ricevuto ogni anno un diploma di lode. Anche quest'anno Genė ha con­cluso l'anno scolastico con tutti cinque, ma non ha più avuto il diploma di lode e il suo voto di condotta è stato appena di "sufficiente". A Zita Valančiūtė, ragazza che studia bene e dal comportamento esemplare, è stato abbas­sato il voto di condotta fino all'insufficienza.

Gli insegnanti coscienziosi, i genitori e gli studenti sono tutti indignati per tale comportamento dell'insegnante del-l'VIII classe V. Maižius, e del direttore Stelmokas.

 

 

* Cfr. nota a p. 15. (NdT) 34

 

Vosyliškis

Persecuzioni quotidiane, multe

Nel 1974 a Vosyliškis l'azione ateistica è stata intensi­ficata a cura dell'insegnante della scuola di otto anni Lionė Kmieliauskienė e di suo marito Algis Kmieliauskas, presi­dente della circoscrizione di Vosyliškis.

Il giorno di Pasqua tutti e due gironzolavano attorno al sagrato della chiesa, mentre la giovane comunista Urbaitė e l'insegnante Vaišvilaitė erano state da loro inviate a se­guire gli studenti. Subito dopo Pasqua cominciò l'azione di terrorismo nei confronti degli studenti e dei loro genitori.

Il presidente della circoscrizione Kmieliauskas ordinò ai componenti dell'orchestra di consegnare i loro strumenti: avevano osato suonare in chiesa il giorno di Pasqua!

Gli studenti della scuola di otto anni di Vosyliškis ven­nero redarguiti per la loro frequenza della chiesa ed in par­ticolare per la loro partecipazione alla processione. La inse­gnante Bakienė schernì l'alunno della III classe Peseckas e i suoi genitori per la loro frequenza della chiesa.

« Se tua madre ti dicesse che ti ha portato la cicogna, tu ci crederesti? — gli chiese sarcastica Bakienė. — Ma forse è stata proprio la cicogna a portare un cretino di questo genere... »

I Kmieliauskas non si accontentano di svolgere la loro "attività" localmente. Essi comunicarono a Kirtiklis, diret­tore della scuola media di Grinkiškis, i nominativi degli studenti delle classi superiori residenti a Vosliškis che studiano a Grinkiškis, e che avevano partecipato alle fun­zioni di Pasqua. Il direttore Kirtiklis convocò gli studenti nella sala degli insegnanti e li costrinse a fornire spiegazioni per iscritto sul perché fossero andati in chiesa il giorno di Pasqua. L'alunno dell'VIII classe R. Jančius venne co­stretto a scrivere tale spiegazione per ben cinque volte, per il fatto di aver servito la messa a Pasqua. Allo studente JKilbauskas, della XI classe, il direttore Kirtiklis intimò: « Scegli: o la scuola o la chiesa! » Lo studente presentò una domanda di dimissioni dalla scuola. Allora il direttore promise di non molestarlo più, convincendolo a restare nella scuola da lui diretta.

Il 14 maggio giunse nella scuola media di Grinkiškis il capo della Sicurezza di Raseiniani e cercò di persuadere J. Kilbauskas a non servire più la messa.

« Tu sei già maggiorenne e puoi fare a meno di obbe­dire ai genitori », gli spiegò il funzionario della Sicurezza.

*     *   *

Nel villaggio di Puodžiai, circoscrizione di Vosyliškis, al bordo della strada era caduta una vecchia croce. Pranas Poškus si accinse ad erigerne una nuova, ma il presidente della circoscrizione Kmieliauskas informò di ciò l'ammini­strazione provinciale, la quale diffidò Poškus dali'innalzare una nuova croce.

« Noi non distruggiamo le croci, — gli disse il sostituto del presidente del ce, Z. Butkus, — ma se la croce è crollata vuol dire che ha finito la sua esistenza, e non è permesso erigerne un'altra. »

*      *     *

Il 13 maggio 1974 il sostituto del presidente del ce della provincia di Raseiniai, Butkus, convocò il rev. Jonas Survila, parroco di Vosyliškis, e gli rimproverò di essere disobbe­diente e aggressivo, perché i ragazzi continuavano a servire la messa, nonostante che per questo egli fosse stato già punito. In effetti il rev. J. Survilaaveva già dovuto giusti­ficarsi per i ragazzi il 13 maggio 1971 al capo della Sicu­rezza, Gardauskas, e il 18 luglio 1972 gli era stata inflitta una multa di 50 rubli per aver permesso ad alcuni ra­gazzi di servire la messa.

Il sostituto Z. Butkus ordinò al parroco di fornire una spiegazione per iscritto sul perché consentisse ai ragazzi di servire la messa. Il rev. J. Survila inviò la seguente spiegazione:

« I padri e le madri dei ragazzi desiderano che i loro figli vengano in chiesa, piuttosto che si diano all'alcool. Se io facessi da agitatore, allora avremmo un bel gruppo di ragazzi! Chiedete pure alle madri dei ragazzi chi è che fa l'agitatore!...

Perché non allontano i ragazzi dall'altare? Io non posso farlo, perché il Signore Gesù Cristo dice: "Lasciate che i pargoli ven­gano a me e non impeditelo"... (Il Nuovo Testamento, Vilnius, 1972pp. 190, 118, 67).

Quindi: "Bisogna obbedire più a Dio che agli uomini" (ivi, pp. 298, 295) ».

Il sostituto Butkus, letta tale spiegazione, convocò il giorno stesso il rev. J. Survila presso la sede della provin­cia, dove la Commissione amministrativa gli inflisse una multa di 50 rubli. Butkus era furioso contro il parroco soprattutto per la frase: "Bisogna obbedire più a Dio che agli uomini", che significava cioè che il parroco non inten­deva correggersi per l'avvenire. Minacciò di ricorrere in futuro alle misure più severe per impedire al prete di com­portarsi in questa maniera.

 

Surviliškis

Indebite ingerenze di gerarchi di provincia nella vita della Chiesa

Il sostituto del presidente del ce della provincia di Kė­dainiai, Juškevičius, proibì al parroco, rev. Vytautas Užku­raitis, di recarsi nelle parrocchie vicine per le festività e di tenervi le prediche.

Di questo divieto il rev. V. Užkuraitis informò i credenti di Surviliškis, Gudžiūnai e Šaravai.

« Il vicepresidente del Comitato esecutivo della provincia mi ha vietato di recarmi per le festività nelle parrocchie e di predicarvi. Io però sono un sacerdote della Chiesa fondata da Cristo e devo obbedire al comando del Maestro, il quale dice: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a tutte le creature". Posso io non ascoltare un co­mando così categorico? Perciò continuerò ad intervenire alle festività e a predicare; mentre a coloro che intendono vietarmelo, voglio ricordare le parole pronunciate dai santi apostoli Pietro e Giovanni davanti al sinedrio ebraico: "Giudicate voi stessi, se sia giusto obbedire più a voi che a Dio!" ».

Passate le festività, nel mese di luglio il rev. V. Užkuraitis fu convocato dal sostituto Juškevičius, il quale prese a « rieducare » il parroco « disobbediente »:

« Perché ti sei recato senza autorizzazione alle feste senza tener conto dei nostri ordini, e vi hai tenuto delle pre­diche? »

« La celebrazione delle solennità, le funzioni liturgiche, l'amministrazione dei sacramenti non rientrano nella vostra competenza, ma in quella del vescovo e dei sacerdoti, — rispose il parroco di Surviliškis. — Con quale diritto voi vi ingerite nella vita interna della Chiesa, vi sovrapponete ai canoni e impedite ai sacerdoti nonché ai credenti di adempiere ai rispettivi doveri religiosi? Con tale compor­tamento siete voi e non noi a violare la Costituzione del-I'urss e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Voi, funzionari dell'amministrazione sovietica, divenendo strumenti degli ateisti, servite non tutti i cittadini, ma soltanto uno sparuto gruppo di essi. Io sono profonda­mente convinto che voi, sostituto, non avete alcun diritto né giuridico né morale di ordinare ai sacerdoti: "Tu puoi andare alle solennità religiose e predicarvi; tu invece non puoi andarvi" ».

« Per questo comportamento e per le tue parole io ti sistemerò! — lo minacciò Juškevičius. — Arriverai presto alla fine della storia... ».

*   *   *

A Surviliškis la Eidukienė si recava ogni giorno in chiesa con il figlio. Per questo il ragazzo a scuola veniva ridicolizzato e chiamato con ogni sorta di soprannome. L'insegnante Klanauskas arrivò persino a minacciare la madre:

« Se anche in avvenire continuerai a portare così spesso tuo figlio in chiesa ti toglieremo la patria potestà e licenzie-remo tuo marito dal suo impiego di ragioniere! ».

 

DIOCESI DI PANEVĖŽYS

Utena

Proibita l'assistenza religiosa ai malati

A S.E. il vescovo dr. R. Krikščiūnas, amministratore aposto­lico della diocesi di Panevėžys.

Esposto del sac. J. Niurką, decano di Utena

Il 28 marzo 1974 ho amministrato il sacramento degli in­fermi ad Ona Katinienè, ricoverata presso l'ospedale di Utena. La degente era stata investita da un'auto, era rimasta priva di conoscenza e il giorno seguente morì.

Il 29 marzo venni convocato dal sostituto del presidente del ce della provincia di Utena, Labanauskas, il quale chiese se era vero che io il giorno prima mi ero recato all'ospedale presso un malato e se avevo avuto il permesso del primario.

Spiegai che a chiamarmi era stata la sorella della defunta, la quale mi disse che si era accordata con il personale sanitario e che non mi avrebbero cacciato dall'ospedale. Allora andai ed amministrai il sacramento alla degente senza essere disturbato da alcuno.

Al sostituto, tuttavia, la mia spiegazione verbale non fu suffi­ciente e mi ordinò di presentarne una per iscritto. Non mi sen­tivo colpevole, in quanto non mi ero introdotto nell'ospedale abusivamente, ma solo dietro richiesta avevo compiuto il mio do­vere di sacerdote, perciò scrissi la spiegazione richiestami.

Una notte mi svegliarono pregandomi di andare all'ospedale, ma appresi che non si erano accordati con il personale sanitario. Promisi allora di attendere fino a che non si fossero messi d'ac­cordo; ma la mia attesa risultò vana.

Alcuni giorni dopo mi chiamarono nuovamente all'ospedale, di giorno. Chi mi chiamava non aveva avuto l'autorizzazione del primario. Si recò da questi per ottenerla e non lo vidi più.

Il 7 marzo comunicai ai fedeli dal pulpito che noi sacerdoti potevamo recarci in ospedale soltanto con l'autorizzazione del primario.

Il 24 aprile un'abitante del villaggio di Dronicènai, Agota Grauzinienè, figlia di Petras, di 82 anni, degente nell'ospedale di Utena, aveva chiesto che fosse chiamato un sacerdote. I suoi figli si rivolsero allora al medico per il relativo permesso. « Non è ancora grave; non occorre... Non disponiamo di una stanza a parte », spiegò il medico.

Una tale spiegazione non si sarebbe potuta dare nemmeno ad un povero ignorante perché la malata si trovava in punto di morte: ogni 24 ore consumava 12 bombole di ossigeno; inoltre, per assistere i malati, nell'ospedale di Utena è concesso al sacerdote l'ufficio del primario. Il 25 aprile la Grauzinienè morì senza aver potuto vedere il sacerdote.

In conclusione:

1. Nell'ospedale di Utena non viene permesso più neanchedi assistere i credenti moribondi. E cosa dire di coloro che vo­gliono fare la comunione pasquale?

2.         Che valore ha la disposizione di chiedere l'autorizzazione del primario, se questa viene regolarmente negata?

3.         Pare che qualcuno abbia vietato al primario di rilasciare i permessi, come anche ai medici di guardia di far entrare il sa­cerdote dai malati.

Prego Vostra Eccellenza di compiere dei passi presso le istan­ze competenti affinché abbiano fine a Utena i malintesi su questo problema, e perché si cessi di trattare da criminale il sacerdote che abbia assistito un malato.

Utena, 9 maggio 1974

Sac. J. Niurka

*   *    *

Controllo burocratico della Chiesa da parte dello Stato

Il 15 aprile 1974 il Comitato esecutivo della provincia di Utena inviò ai presidenti dei Comitati esecutivi delle circoscrizioni e delle città la seguente circolare:

 

« Vi prego di dar esecuzione entro i termini stabiliti, unita­mente al membro... della commissione di controllo sulla osser­vanza delle leggi sul culto presso il Comitato esecutivo della provincia di Utena, a quanto segue:

1. Entro il 19 aprile rimettere al Comitato esecutivo della provincia il calendario delle solennità e delle feste religiose che si celebreranno nel 1974 nella chiesa cattolica (ortodossa) di... secondo questo formulario:

nella chiesa cattolica (ortodossa) di... nel 1974 sono state cele­brate o si celebreranno le seguenti solennità ed altre festività religiose:

N. progressivo

Denominazione della solennità

o della festa

Data

Nominativi dei preti che l'organo esecutivo

intende invitare (o aveva invitato) in aiuto

... presidente dell'organo esecutivo della comunità religiosa.

Osservazioni

1. Questo calendario delle feste religiose deve essere re­datto e firmato dal comitato esecutivo della comunità religiosa.

2.         Fate delle copie di tale calendario: una tenetela a scopo di controllo presso il comitato esecutivo della circoscrizione; un'al­tra consegnatela al membro della commissione di controllo per l'osservanza delle leggi sui culti, compagno...; e l'originale in­viatelo a me.

3.         Nei giorni lavorativi le feste religiose fisse potranno celebrarsi soltanto fuori dell'orario lavorativo. Perciò, in tal caso, sotto la voce "data", deve essere indicata l'ora in cui ha avuto inizio la festa o la celebrazione. Per le feste mobili, fate in modo che vengano spostate alle domeniche seguenti.

4.         Comunicate ai presidenti dei comitati esecutivi che si dovrà, in avvenire, dopo aver redatto il calendario delle feste prima di ogni solennità o festa religiosa, fare richiesta al Co­mitato esecutivo della provincia perché venga concessa l'au­torizzazione ad invitare in aiuto uno o due sacerdoti dalle parrocchie vicine, in quanto la sola richiesta non costituisce au­tomaticamente autorizzazione da parte del comitato esecutivo. In altre parole: volendo invitare in aiuto un prete di una par­rocchia vicina, bisogna ottenere l'autorizzazione secondo la prassi descritta antecedentemente.

5.         Rinnovate i contratti fino al 10 maggio con le comunità religiose per l'uso degli edifici di culto e la concessione degli oggetti di culto per il loro ulteriore uso. Il contratto dev'essere redatto in triplice copia: un esemplare rimane nella pratica dell'organo esecutivo della comunità religiosa, il secondo e il terzo vengono inviati al Comitato esecutivo della provincia (uno di essi sarà mandato a Vilnius, al Consiglio per gli affari religiosi).

Qualora sorgessero dei dubbi sulla redazione del contratto, vi prego di consultarvi con me.

6.        Unitamente ai contratti religiosi, inviate anche l'inventario degli oggetti di culto (redatto e firmato a cura dell'organo esecutivo della comunità religiosa) secondo il seguente formulario:

Descrizione

dei beni di culto concessi in uso gratuito alla comunità reli­giosa di... N. d'inventario

Denominazione dell'oggetto e dati caratteristici per la sua distinzione Materiale

Lunghezza oppure peso

Valore dell'oggetto considerato il suo stato di usura Osservazionipresidente dell'organo esecutivo della comunità religiosa di...

7. Rivedete e, dove è necessario, rinnovate le ventine,* gli organi esecutivi delle comunità religiose, le commissioni di controllo. Fate in modo che in tali liste vengano incluse delle persone sicure. Allontanate le persone che sono state proces­sate, deportate o che abbiano dimostrato in qualche modo di essere reazionarie.

Dalla ventina deve essere eletto l'organo esecutivo di tre persone (presidente, segretario, tesoriere) e la commissione di controllo parimenti di tre persone (presidente e due membri).

Si prega di eseguire i compiti indicati scrupolosamente e nei termini di tempo indicati.

Allegati: 1. Chiarimenti sulla procedura di applicazione delle leggi sul culto.

2.   Tre esemplari di moduli di contratto. Il sostituto del presidente del Comitato del dždt della pro­vincia di Utena.

Nota della LKB KRONIKA direttive analoghe sono state inviate a tutti i comitati esecutivi delle circoscrizioni e delle città della Lituania.

 

Biržai

Il 12 giugno 1974 il canonico Antanas Misevičius ven­ne convocato dal sostituto del presidente del ce della provincia di Biržai, Steckaitė, per fornire spiegazioni su come avesse osato seppellire religiosamente la Stikleriené, madre di un ateista.

Il canonico A. Misevičius nel mese di giugno, dietro richiesta dei parenti, aveva seppellito la madre di un in­segnante di Pabiržė, Stikleris, feroce ateista, dopo averle più volte amministrato i sacramenti. Durante la malattia la madre era stata assistita non dal figlio ateista, ma da una figlia.

La sostituta Steckaitė ammonì il canonico A. Misevičius a che in avvenire non ripetesse altri simili « crimini » perché in tal caso sarebbero state prese le dovute misure.

 

* Cioè i comitati parrocchiali, composti da venti persone secondo la legge sovietica vigente. (NdT)

 

DIOCESI DI TELŠIAI

Šilalė

Un sacerdote maltrattato

Nel mese di marzo del 1974 il vicario della parrocchia di Šilalė, rev. A. Šeškevičius, ha inviato all'incaricato del Consiglio per gli affari religiosi diversi esposti. Riportiamo qui alcuni dei problemi in essi sollevati:

1.        Il parroco di Kvėdarna mi aveva invitato a prendere parte attiva alle funzioni del ritiro quaresimale da tenersi nei giorni 5-6 aprile 1974. Il sostituto del presidente del ce di Šilalė, Jankus, cancellò il mio nome e concesse l'autorizzazione per un solo sacerdote. Perché tale discriminazione? L'anno passato, durante il medesimo periodo e con grandi sacrifici cinque sacerdoti sono riusciti a servire i credenti; che cosa potranno fare ora solo in due? Il sostituto Jankus dovrebbe dimostrare più umanità verso i cittadini sovietici che vogliono usufruire della libertà di religione tanto conclamata dalla Costituzione.

Questo comportamento del sostituto Jankus porterà al punto che i sacerdoti smetteranno di chiedergli l'autorizzazione, come accade già altrove. Perché ricreare il clima esistente ai tempi degli zar e di Muravjov?* Forse che in tal modo il comunismo non si scava la fossa da solo?

2.        Il 15 marzo 1974 venni' convocato, unitamente al parroco, canonico Valaitis, dal sostituto del presidente del ce di Šilalė, Jankus. Là giunti, vi trovammo anche un agente della Sicurezza.

Il sostituto Jankus e l'agente della Sicurezza minacciarono di mandarmi in prigione perché nonostante le numerose puni­zioni inflittemi mi opponevo e mi rifiutavo ancora di osser­vare le leggi. Risposi che, all'occorrenza, ero anche disposto a morire in un carcere comunista.

Chiesi poi di mostrarmi le leggi che avrei infranto, ma nes­suno di loro si degnò di citarmele. Il sostituto Jankusmi disse brutalmente che da allora in poi non avrebbe più discusso con me, ma avrebbe agito.

 

* Governatore generale zarista di Lituania nella seconda metà dell'ottocento, passato alla storia col titolo di « Impiccatore » per le feroci repressioni compiute. (NdT)

 

Chiedo perciò il Vostro aiuto perché si cessi di discrimi­narmi e di calunniarmi e le autorità si comportino con me co­me con un essere umano.

 

DIOCESI DI VILKAVIŠKIS

Plutiškės

Teppismo su commissione delle autorità civili

Al Ministero della Pubblica Istruzione della rss di Lituania

Esposto del comitato esecutivo della parrocchia cattolica di Plutiškės

Il maggio 1974, giorno di festa, durante le funzioni reli­giose giunse sul sagrato della chiesa di Plutiškės il direttore della locale scuola media J. Jakštas e con comportamento bru­tale cominciò ad insultare i credenti. Poi, senza convocare almeno un rappresentante della milizia e senza il consenso del nostro Comitato esecutivo, effettuò una perquisizione dentro il campanile e nell'atrio della chiesa.

Non appena Jakštas si era allontanato, irruppe sul sagrato un gruppo di studenti della scuola media di Plutiškės, i quali presero a togliere i rosari e gli altri devozionali alle vecchiette che li vendevano. Ad una di esse tolsero persino il denaro. Ne nacque una baraonda e i giovani vennero cacciati via dal sagrato. Allora, facendo un fracasso infernale per la strada, presero a tirare sassi contro la gente che pregava sul sagrato. Una donna anziana, la Deltuvienė, fu colpita in modo grave da una sassata.

Pare che gli studenti fossero stati istruiti da qualcuno per­ché mai prima essi si erano comportati in questo modo. Non era la prima volta, tuttavia, che il direttore Jakštas si compor­tava in questa maniera.

Noi preghiamo quindi il Ministero della Pubblica Istruzione di richiamare il direttore Jakštas, in quanto il suo comporta­mento non fa certo onore nè alla scuola sovietica, né agli one­sti cittadini sovietici.

Plutiškės, 10 maggio 1974

Verso la fine di luglio del 1974 il sostituto del presidente del ce della provincia di Kapsukas, Liolys, redarguì du­ramente il presidente del comitato parrocchiale di Plutiškėsche aveva firmato l'esposto. Gli rimproverò particolarmente il fatto che il comitato parrocchiale non si fosse rivolto a lui, ma direttamente al Ministero.

« In avvenire, rivolgetevi soltanto a me! » concluse la sua filippica Liolys.