ARCIDIOCESI DI KAUNAS
Kaunas
Controllo poliziesco sul Seminario
Nella primavera del 1974 il rettore del Seminario ecclesiastico di Kaunas comunicò ai chierici che il governo quell'anno avrebbe autorizzato l'accesso al Seminario di un maggior numero di candidati, circa 13. Gli ateisti probabilmente pensavano che non si sarebbe mai presentato un tale numero di candidati. La direzione del Seminario inviò una lista di 17 candidati all'Incaricato del consiglio per gli affari religiosi per l'approvazione. K. Tumėnas, assieme ai suoi consiglieri del comitato per la Sicurezza dello Stato, del Comitato centrale del partito ed altri, cancellò i nomi di cinque candidati. Un candidato approvato da K. Tumėnas venne inoltre respinto dalla stessa direzione del Seminario. Uno degli ammessi non si presentò. Quindi in questo momento nel I corso studiano 10 chierici.
Tre dei candidati cancellati da K. Tumėnas hanno compiuto gli studi superiori.
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Šiluva
Agli inizi di settembre, durante le festività dette « Šilinės », una folla di migliaia di persone si dirigeva verso Šiluva. Nelle domeniche le auto non trovavano posto nella cittadina di Šiluva e venivano fatte allineare nella campagna circostante dagli ispettori degli automezzi. Essi annotavano dimostrativamente i numeri di targa delle macchine.
Ogni anno durante le feste delle Šilinės vengono distribuite circa 50.000 comunioni.
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Šiauliai
Uno studente maturo e coraggioso
Il 27 maggio 1974 Leonas Šileikis, studente della VII classe della V scuola media di Šiauliai, venne convocato ad una riunione della direzione nella quale doveva essere discussa la sua religiosità. Il padre di Leonas, pur non invitato, intervenne a questa riunione. Ad essa prendevano inoltre parte la sostituta del direttore, Misiūnienė, la insegnante Jakimčienė ed altri cinque insegnanti. Venne chiesto a Leonas se avesse letto i libri ateistici che l'insegnante gli aveva dato da leggere. Lo studente dichiarò di averli letti tutti e sei.
« Come valuti questi libri? ».
« Falsi e calunniosi », rispose Leonas.
Dopo aver parlato parecchio contro la religione, l'insegnante Misiūnienė chiese per ben due volte a Leonas:
« Rinunci alla religione? ».
« Ho creduto e continuerò a credere ».
Dopo aver congedato l'allievo, la insegnante Misiūnienė spiegò a Šileikis il danno che la religione costituiva per i figli.
« Non è vero che la religione sia dannosa —, ribatté Šileikis. — Oggi che la religione viene calpestata, gli alunni non rispettano gli insegnanti, fumano, bestemmiano, si ubriacano e conducono una vita licenziosa; ecco i frutti dell'ateismo! ».
« Oggi sono assai pochi quelli che vanno in chiesa e
perciò bisogna adeguarsi alla maggioranza » intervenne la insegnante Jakimčienė.
« Soltanto un cadavere viene trascinato dalla corrente; chi è vivo nuota sempre contro la corrente... ».
« Tu, con la tua religiosità, precluderai ai tuoi figli la strada agli studi », tentò di convincerlo la insegnanteMisiūnienė.
« Non sarò stato io a sbarrargliela, ma voi ateisti. Infine, a che serve la scienza se bisogna rinunciare alla cosa più preziosa: la fede? E voi, illustri insegnanti, in base alle leggi sovietiche dovreste essere puniti per la persecuzione di un ragazzo a causa della religione ».
« Eppure noi riusciremo a fare di tuo figlio un ateista », insiste la Misiūnienė.
« Essendo stato presente alle vostre riunioni mi sono persuaso che a voi sta a cuore non tanto rendere il ragazzo un ateista, quanto farne un ipocrita, perché più di una volta gli avete proposto: "credi quanto ti pare; soltanto dichiara in nostra presenza di rinunciare a Dio" ».
Stando così le cose, non è possibile prevedere quando gli ateisti di Šiauliai lasceranno in pace la famiglia Šileikis.
DIOCESI DI PANEVĖŽYS
Daugailiai
Una festa religiosa vai bene una multa!
Il 9 giugno 1974 nella chiesa di Daugailiai (provincia di Utena), si sarebbe dovuta celebrare la festività di sant'Antonio. Nell'occasione il novello sacerdote St. Krumpliauskas, che era stato aiutato dal parroco della chiesa di Daugailiai, rev. Petras Baltuška, si preparava a celebrare la prima messa. Il parroco aveva informato in anticipo i suoi parrocchiani della prossima solennità.
Il 3 giugno giunse a Daugailiai il sostituto del presidente del Comitato esecutivo di Utena, J. Labanauskas, che andò dal rev. Baltuška e lo accusò di non osservare né le leggi della Chiesa né quelle sovietiche, in quanto intendevacelebrare la festività di sant'Antonio non il 16 giugno ma il 9, e senza aver comunicato alla provincia l'arrivo degli altri sacerdoti né la prima messa del sacerdote Krumpliauskas.
Il parroco spiegò che la scelta del giorno in cui celebrare la festività rientrava nella sua competenza. Durante la celebrazione di questa festività non ci sarebbe stato nulla di diverso dalle altre festività; tutto sarebbe stato fatto secondo le norme liturgiche della Chiesa e per queste cose non occorrevano i permessi della provincia. La prima messa sarebbe stata ugualmente celebrata anche se la provincia non lo avrebbe gradito. Quanto ai sacerdoti che sarebbero intervenuti, la provincia ne era informata già da parecchio tempo, in base al calendario delle feste liturgiche e delle ricorrenze religiose a suo tempo presentato.
Il funzionario della provincia, infuriato, redarguì il parroco, rinfacciandogli di non osservare le leggi sovietiche e minacciandolo di trasferimento in un'altra provincia, oppure di sospensione dalle sue funzioni di sacerdote.
Il parroco chiese di sapere quale legge non avrebbe osservato, e gli consigliò di leggere la Costituzione e di indicargli quale paragrafo avesse violato.
Allora il sostituto dichiarò che avrebbe comunicato tutto all'incaricato del Consiglio per gli affari religiosi e chiese di essere messo subito in comunicazione telefonica con lui. L'incaricato in quel momento non si trovava in ufficio e perciò J. Labanauskas riferì i "crimini" del parroco alla segreteria: il rev. P. Baltuška non riconosceva alcuna legge; avrebbe invitato quanti preti avesse voluto, anche 10, perché questo era affar suo.
Il parroco replicò al sostituto:
« Non vi vergognate di mentire in questo modo? Quando mai ho detto che non avrei osservato le leggi? Parlate con un ministero e mentite. Lasciate che spieghi io la cosa al telefono. »
Ma il sostituto non gli permise di parlare. Poi lo rimproverò ancora, accusandolo di dirigere il comitato parrocchiale e di insegnare le verità della fede ai bambini.
Il 5 giugno telefonò al parroco un delegato dell'incaricato del Consiglio degli affari religiosi, il quale venne informato sulla festività e sulla prima messa.
Il 6 giugno il sostituto della provincia telefonò nuovamente al parroco e gli comunicò che egli aveva diritto di celebrare la festività, ma non la prima messa. Ma dopo che il parroco ebbe spiegato che il delegato dell'incaricato non si era opposto alla prima messa, il sostituto dovette cedere, seppure a malincuore.
La celebrazione e la prima messa si svolsero con grande solennità. Vi parteciparono 7 sacerdoti, 5 chierici e un'imponente folla di credenti. Purtroppo non tutti erano intervenuti a questa solennità per pregare . . . Una donna se ne stava sul sagrato con un quaderno in mano e prendeva continuamente annotazioni. ..
Il 13 giugno, festa del Corpus Domini, il parroco P. Baltuška venne convocato presso la sede della circoscrizione, dove lo attendeva una commissione di membri del partito: il presidente del kolchoz J. Maračinskas, la segretaria del partito del kolchoz I. Vitaité e la presidentessa della circoscrizione, Stankevičienė. La commissione discusse i "crimini" del parroco. Questi venne attaccato soprattutto dal presidente del kolchoz, il quale affermò che era stato commesso un reato grave nel celebrare la festività il 9 giugno. Fu ordinato al parroco di presentare spiegazioni scritte sulla passata festività. Poi la presidentessa della circoscrizione redasse un verbale relativo alle leggi violate, che il parroco tuttavia si rifiutò di firmare.
Nello stesso giorno fu trasmesso al parroco un invito a presentarsi al Comitato esecutivo della provincia di Utena
11 14 giugno, per la discussione della sua causa amministrativa.
Il 14 giugno la Commissione amministrativa del ce della provincia di Utena — presidente B. Linartas, segretaria I. Narbutienė, membri J. Zuika (capo della milizia), B. Surgailis e J. Labanauskas — condannò il rev. P. Baltuška ad una multa di 30 rubli, per avere egli: "Il 9 giugno 1974, senza il permesso del Comitato esecutivo della provincia, invitato 10 preti di altre province per i servizi religiosi ed avere in tal modo violato il terzo comma del decreto 12 maggio 1966 del Presidium del Soviet Supremo della rss di Lituania".
Kriaunos
Anche il catechismo vale una multa!
Nei giorni 29-30 giugno 1974, nella chiesa di Obeiliai, il vescovo R. Krikščiūnas avrebbe dovuto amministrare il sacramento della Cresima. Pertanto in un vasto circondario i ragazzi si stavano preparando per questa solennità.
Il 5 giugno 1974 si radunarono nella chiesa di Kriaunos alcune madri con i loro figli, affinché il parroco accertasse se i bambini erano preparati per ricevere il sacramento della Cresima. Quindici minuti dopo irruppe nella chiesa una commissione composta dal segretario del partito del sovchoz di Kriaunos, Kastanauskas, dalla presidentessa della circoscrizione di Kriaunos, Kralikienė, dal direttore della scuola di Kriaunos, Tautkevičius e dall'agronomo del sovchoz, Vabelis. In quel momento il parroco rev. Petras Adomonis stava spiegando ai ragazzi e alle madri ciò che era necessario sapere per ricevere il sacramento della Cresima. La commissione comunicò al parroco che egli aveva violato le leggi sovietiche e redasse un verbale a tale riguardo.
Il 12 giugno 1974 il parroco di Kriaunos, rev. Petras Adomonis, venne convocato presso il Comitato esecutivo della provincia di Rokiškis. La Commissione amministrativa all'unanimità lo riconobbe colpevole e gli inflisse una multa di 50 rubli. Nel congedarlo, lo ammonirono che, se si fosse reso ancora una volta colpevole di reati analoghi gli sarebbero stati comminati fino a tre anni di carcere.
Nella sua discolpa il rev. Adomonis ricordò che l'insegnamento religioso in forma privata non contraddiceva il decreto di Lenin del 23 gennaio 1918, al cui paragrafo 9 è detto: "La scuola viene separata dalla chiesa. L'insegnamento della religione nelle scuole statali, pubbliche e private, nelle quali vengono insegnate le materie di cultura generale, non è permesso. I cittadini possono insegnare e studiare la religione privatamente", il parroco sottolineò che nella chiesa non erano mai state insegnate materie di istruzione generale, ma soltanto la religione. Venivano controllate le nozioni religiose dei ragazzi e nel caso che fossero scarse, venivano date le necessarie spiegazioni.
A questo punto il presidente della Commissione Eigelis dichiarò che così era stato per il passato, ma che ora le cose stavano diversamente: si sarebbe dovuto esaminare soltanto un bambino alla volta, separatamente dagli altri, e perfino senza che lo avessero sentito i genitori. Se il bambine rispondeva in modo sbagliato, non gli si doveva dare alcuna spiegazione, in quanto ciò avrebbe già costituito un insegnamento.
Il fanatismo ateista riesce a fare di un bambino una scuola . . . per non dire dei ben 25 ragazzi, convenuti nella chiesa di Kriaunos. Al verdetto della Commissione amministrativa fu aggiunta questa motivazione: "Il parroco spiegava il catechismo a 25 ragazzi di età scolare e in tal modo istruiva i ragazzi per la prima Comunione".
Della condanna del parroco si indignarono non soltanto i credenti, ma anche gli indifferenti alla Chiesa. Tuttavia, nonostante gli sforzi degli ateisti per impedire ai ragazzi e ai giovani di ricevere il sacramento della Cresima, ben 163 giovani parrocchiani di Kriaunos si prepararono e vennero cresimati.
Nei giorni 29-30 giugno ricevettero il sacramento della Cresima 2.860 ragazzi e giovani.
Miežiškiai
Una Pasqua lavorativa
Dall'ottobre 1973 fino all'aprile 1974 l'amministrazione del sovchoz di Miežiškiai convocò il giovedì gli operai durante le ore di lavoro ad ascoltare conferenze di ateismo. Chi non si presentava veniva considerato assente dal lavoro, chi interveniva riceveva ugualmente il salario di una giornata, con la motivazione "per la preparazione tecnica". A queste conferenze venivano anche mandati obbligatoriamente gli studenti delle classi VIII - XI. Nella scuola le conferenze ateistiche erano tenute dal funzionario della provincia Lapinskis.
Nel 1974, poco prima di Pasqua, la segretaria del partito della provincia, J. Kalačiuvienė, si recò dal direttore del sovchoz, Valaitis, e gli ordinò di disporre che il giornodi Pasqua venisse considerato lavorativo. Il direttore, temendo di incorrere nelle ire delle autorità della provincia, ordinò ai "capibrigata" di mandare assolutamente la gente al lavoro il giorno di Pasqua ed esclusivamente in luoghi aperti al pubblico, affinché dalle strade si potesse vedere che si stava procedendo alla semina! Chi non avesse potuto eseguire tale lavoro, avrebbe dovuto almeno raccogliere i sassi nei campi.
Le responsabili delle brigate di lavoro Kripaityté e Vasiliauskaitė dimostrarono al riguardo uno zelo particolare. Kripaityté arrivò persino a supplicare i lavoratori con le lacrime agli occhi: « Abbiate pietà di me e andate a lavorare, altrimenti mi licenzieranno dall'impiego ». Ai lavoratori, purché lavorassero il giorno di Pasqua, venne persino offerta della birra. La Vasiliauskaitė pretese anche che i contadini firmassero un impegno a lavorare il giorno di Pasqua. Avrebbero dovuto presentarsi al lavoro anche gli impiegati dell'ufficio contabilità dell'azienda. Una parte dei trattoristi e degli autisti obbedì, mentre tra i lavoratori ce ne furono pochi.
L'indignazione dei credenti fu enorme: "Nemmeno ai tempi della servitù della gleba si era costretti a lavorare nei giorni festivi; mentre ora ci deridono per le nostre convinzioni".
DIOCESI DI TELŠIAI
Šatés
Una statua che dà fastidio
Nel mese di aprile del 1974 i credenti della parrocchia di Satés, guidati dal comitato parrocchiale, avevano innalzato sul sagrato della chiesa di Satés una statua della Vergine Maria Immacolata. I funzionari del governo locale ordinarono al parroco di Satés, rev. Senkus, di rimuovere il monumento.
« Se non farai sparire dal sagrato la statua, ti spediremo via dalla parrocchia! » lo minacciarono i funzionari. Allora il re v. Senkus si rivolse alla curia della diocesi di Telšiai. Mons. Barauskas gli consigliò di cedere e di demolire il monumento.
Il 27 maggio 1974 giunse a Šatės il funzionario Petras Rudys della provincia di Skuodas e, convocato il presidente della circoscrizione Juška, nonché il presidente del comitato parrocchiale Juozas Valančiauskas, intimò loro di far sparare immediatamente la statua dal sagrato. Il presidente del comitato parrocchiale ribatté che la curia della diocesi di Telšiai nel 1954 aveva assicurato che si potevano innalzare croci sui sagrati, nei cimiteri e nei cortili privati.
« Qui è detto che si possono innalzare croci e non statue! », sbottò P. Rudys allorché gli venne mostrato lo scritto della curia. Il presidente del comitato parrocchiale spiegò che nessuno dei parrocchiani avrebbe acconsentito a demolire la statua.
« Possibile che tu non riesca a trovare nella circoscrizione qualche teppista e a farlo ubriacare, oppure ad incendiare una macchina e a lanciarla contro la statua affinché di quella "Madre di Dio" non resti alcuna traccia! » disse Rudys al presidente della circoscrizione. Tali espressioni suscitarono nel popolo credente una profonda indignazione, nel constatare che i funzionari del governo ricorrevano perfino all'aiuto di teppisti ubriachi per distruggere le croci e le statue.
Il 24 giugno 1974 il comitato parrocchiale di Šatės ricevette questa lettera:
"È stato deciso di intimare al comitato parrocchiale di Šatės la demolizione, entro il termine di un mese dalla ricezione della presente delibera, della statua eretta abusivamente. Č Sabanskis, presidente del Comitato esecutivo di Skuodas".
Sentita questa decisione della provincia, i credenti decisero di non cedere.
« Che fastidio dà ai funzionari del governo la statua della Madre di Dio innalzata sul sagrato della chiesa? — si chiedeva indignato il popolo. — Farebbero meglio a combattere i teppisti e gli ubriaconi. Loro stessi proclamano la libertà di religione e intanto, con l'aiuto dei teppisti, distruggono le statue e le croci. »
In seguito alle proteste dei credenti giunse a Šatės il sostituto dell'incaricato del Consiglio per gli affari religiosi, Murnikov, il quale decise che per motivi di ordine pubblico la statua sarebbe dovuta restare sul sagrato. Murnikov si fece perfino fotografare davanti al monumento...
Barstyčiai
Demolizione di un monumento
Nel 1937 i credenti di Barstyčiai, per iniziativa del parroco rev. Stasiulis, avevano eretto sul sagrato della chiesa parrocchiale un monumento in muratura alto 4 metri, ornato da un artistico Crocefisso, dagli emblemi di Gede-minas* e da un'ancora.
L'8 agosto 1974 dietro ordine del Comitato esecutivo della provincia di Skuodas il monumento è stato abbattuto e distrutto.
Quel giorno giunse a Barstyčiai un gruppo di miliziani, con il direttore del sovchoz Marčiauskas, il presidente della circoscrizione Malakauskas e l'infermiere Viktinas. Dato che i trattoristi locali si rifiutavano di abbattere il monumento sebbene fosse stato promesso loro un premio di 400 rubli, venne chiamato da Skuodas un trattorista russo. Il capo della msv di Aleksandrija mandò un giovane scavatore a Barstyčiai, dicendogli che si trattava di trasferire un monumento da un posto all'altro. Allo scavatore giunto a Barstyčiai i funzionari del governo ordinarono di scavare un fosso alla base del monumento.
« Che cosa diranno i miei genitori credenti? » cercava di opporsi lo scavatore.
« Prova a non obbedire e andrai tra gli orsi bianchi! » lo minacciarono i miliziani. Intanto la milizia cercava di disperdere la gente che si andava raccogliendo intorno al monumento. Venne perfino chiuso un negozio che si trovava nelle vicinanze, perché non affluisse altra gente.
La demolizione della croce suscitò un'indignazione generale nella popolazione. Lėkštutis Perminąs ed altri citta-
* Grande re lituano del XIII secolo. (NdT)
dini ebbero alcuni giorni di carcere per espressioni poco riguardose nei confronti del governo sovietico ed altri furono puniti con ammende pecuniarie. A Paulauskas venne sequestrato l'apparecchio fotografico perché aveva tentato di riprendere i demolitori del monumento.
Il 9 agosto vennero portati da Skuodas a Barstyčiai alcuni detenuti, i quali demolirono il monumento e lo portarono via. Un'abitante di Barstyčiai, Poškaitė, si prese il Crocefisso spezzato.
Nello stesso giorno in cui a Barstyčiai veniva distrutto il monumento, a Mažeikiai morì colui che lo aveva fatto erigere, il rev. Juozas Stasiulis.
Burocrati del partito contro le croci care al popolo
Tryškiai
Nei pressi di Tryškiai, vicino alla strada, c'era una vecchia e bella croce in cemento. Nella primavera del 1974 i funzionari governativi di Tryškiai la demolirono e la buttarono nel vicino laghetto.
Mosėdis
Nel villaggio di Šatraminai, parrocchia di Mosėdis, molti anni fa era stata eretta un'artistica croce. Essa veniva protetta come monumento artistico; i credenti la adornavano di fiori. Nel 1969 il presidente del kolchoz Apolinaras Kvietkauskas fece distruggere la croce. Qualcuno denunciò il fatto a Vilnius, accusando Kvietkauskas della distruzione di monumenti architettonici. Giunse una commissione che finse di accertare i fatti, ma i colpevoli non furono puniti.
I credenti discriminati nella scuola
Darbėnai
Il direttore della scuola media di Darbėnai, Mažonis, nel 1972 allontanò dalla scuola un'allieva della X classe, AdelėSilaitė, giovane comunista, per il fatto che si era confessata nella chiesa di Darbėnai. A parere di Mažonis l'espulsione dalla scuola per un "tale reato" era ancora un castigo leggero. La ragazza espulsa poté terminare gli studi medi soltanto in un'altra scuola.
Giudichino gli stessi insegnanti ateisti come si debba valutare dal punto di vista morale tale comportamento: dapprima uno studente viene costretto ad iscriversi al komsomol, nonostante creda in Dio e pratichi la religione. Secondo gli ateisti tale iscrizione non è un gesto di ipocrisia. Poi, una volta iscritto, gli viene severamente vietato di praticare la religione: come può un giovane comunista comportarsi da ipocrita e non osservare gli statuti delkomsomol!
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Klaipėda
L'insegnante Verbauskienė della IX scuola media di Klaipėda iscrive forzatamente gli alunni nell'organizzazione dei "pionieri" ed esige che questi frequentino le riunioni. A coloro che non intervengono viene abbassato il voto di condotta.
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Telšiai
I sacerdoti ed i credenti della diocesi di Telšiai si domandano indignati perché nella sede della curia sia appeso ad una parete un ritratto di Lenin. In quel luogo esso c'entra quanto c'entrerebbe un crocefisso nel comitato del partito. Secondo i credenti quel ritratto si dovrebbe trasferire nell'abitazione di qualcuno dei dipendenti della curia...
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Ketvergai
La direttrice della scuola di otto anni di Ketvergai (provincia di Klaipėda), Simukaitytė, tentò di costringere le allieve dell'ultima classe ad iscriversi al komsomol.
« Non lo vogliamo e non ci iscriveremo » risposero decise le ragazze.
« Allora perché ti sei iscritta nelle "pioniere" ed ora non vuoi iscriverti al komsomol? » la direttrice aggredì l'allieva N.
« Perché sono stata una sciocca e così mi sono iscritta — rispose l'allieva. — L'insegnante Domarkienė mi costrinse ad iscrivermi nelle "pioniere" picchiandomi con una riga, ma ora nessuno mi costringerà ».
DIOCESI DI VILKAVIŠKIS
Meteliai
Una croce "abusiva"
Il presidente del Comitato esecutivo della circoscrizione di Zagariai, Mikelionis, dietro ordine della Sicurezza inviò in data 24 giugno 1974 la seguente lettera ad Ignas Klimavičius, residente nel villaggio di Buckūnai:
"Dato che avete modificato il progetto approvato per la costruzione dell'abitazione (avete messo una croce sulla scala), con ciò stesso avete eseguito una costruzione abusiva. Vi intimiamo perciò di demolire entro 5 giorni la costruzione realizzata abusivamente.
Se la demolizione non verrà eseguita entro il termine indicato, Vi sarà applicato l'art. 114 del cp della rss di I ,i mania".
Ma I. Klimavičius non distrusse la croce. Pare che i funzionari della provincia di Lazdijai abbiano deciso di lasciare in pace la "costruzione abusiva".
Simnas
Uno studente maltrattato perché credente
L'insegnante Meškelevičius della scuola media di Simnas, acceso ateista, nel 1974 scrisse nelle note caratteristiche dell'allievo Romas Valutkevičius, al termine dell'ottava classe:
"Un profondo fanatismo ha caratterizzato la fanciullezza di Romas e continua ora ad accompagnarlo nel suo passaggio alla giovinezza. Egli entrò nella scuola con una religiosità inculcatagli dal padre e resa cosciente dal prete. Si tratta di un chierichetto patentato.
Nell'ottava classe, nel corso di un trimestre, gli venne abbassato il voto di condotta per "mancato rispetto delle norme dello studente", cioè per una certa avversione dimostrata verso la scuola sovietica e l'insegnante sovietico... per il resto è ordinato, tranquillo ed ha frequentato la scuola in modo esemplare".
Come si era manifestata la "avversità alla scuola sovietica" di Romas? L'insegnante Meskelevicius un giorno aveva dettato agli allievi un compito ateistico e R. Valutke-viéius si era rifiutato di scriverlo. Allora l'insegnante Meskelevicius lo aveva trascinato nella sala degli insegnanti, dove era stato sgridato e schiaffeggiato dalla direttrice Guzevi-ciené perché in avvenire fosse più obbediente verso gli insegnanti ateisti.
DIOCESI DI KAIŠEDORYS
Stakliškės
Multato un sacerdote che insegna il catechismo
Il 18 giugno 1974 venne redatto il seguente verbale di reato amministrativo nei confronti del parroco di Stakliškės, rev. Jonas Kazlauskas:
"Io, Kęstutis Garmus, presidente del Comitato esecutivo della circoscrizione di Stakliškės, alla presenza dei testimoni Juozas Ulozas e Albinas Kaziulis, ho redatto questo verbale sul fatto che Jonas Kazlauskas, figlio di Vincas, nato nel 1906, in data 18 giugno 1974 ha catechizzato nella chiesa di Stakliškės 45 ragazzi minorenni, violando in tal modo l'art. 142 del cp della rss di Lituania".
Il medesimo giorno il presidente della circoscrizione mandò al parroco questa intimazione: "Vi preghiamo di sospendere senza indugio l'istruzione dei ragazzi".
In data 28 giugno 1974 la Commissione amministrativa del Comitato esecutivo della provincia di Prienai (presidente Stakionis, vicepresidente Arbačiauskas, segretario Ramanauskas, membri G. Mickienė e P. Svežauskas) ha condannato il parroco di Stakliškės, rev. J. Kazlauskas, ad una pena pecuniaria di 50 rubli per la catechizzazione dei ragazzi.
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Imperialismo sovietico contro le memorie dell'indipendenza lituana
A Stakliškės nei pressi del sagrato della chiesa parrocchiale c'è una cappella sulla cui parete è posta una targa con la scritta: "Per commemorare il 10° anniversario dell'Indipendenza della Lituania. Signore, proteggi la Lituania! I parrocchiani di Stakliškės".
Nel mese di agosto del 1971 il governo autorizzò il restauro della cappella a condizione che venisse rimossa la suddetta targa.
In data 17 settembre 1971 il presidente della direzione per la custodia dei Musei e dei Beni culturali, J. Glemža,intimò ancora una volta di togliere la targa, minacciando di ricorrere a severe misure.
Nel 1972 il comitato parrocchiale di Stakliškės è stato condannato ad una multa di 50 rubli per la mancata rimozione della "targa antisovietica".
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Durante tutto il dopoguerra sono stati distrutti in Lituania tutti i monumenti che in qualche modo potevano ricordare gli anni dell'indipendenza del paese. Ad esempio i giovani cattolici "pavasarininkai"* del villaggio di Miežoniai (prov. di Kaišedorys) avevano eretto una croce giubilare di granito lungo la strada del villaggio. Vi era scolpita l'iscrizione: "A Dio e alla Patria".
Una notte di giugno del 1964 questa croce scomparve.
* Membri dell'Azione cattolica rurale. (NdT)
Il 4 luglio dello stesso anno un abitante del villaggio di Kiemeliai (oggi Stasiūnai), Ramunis, passando vicino alla torbiera di Kaišedorys scorse in una cava piena d'acqua una croce di pietra. Si trattava della croce dei "pavasarininkai" scomparsa dal villaggio di Miežoniai. La croce salvata venne portata nel cimitero parrocchiale. Purtroppo di notte scomparve anche dal cimitero. Fino ad oggi non si è potuto sapere dove e come gli ateisti l'abbiano distrutta.