Il 24 settembre 1975 è morto il parroco di Skardupiai, rev. Vincentas Gelgota. Condannato in passato come « cri­minale speciale », dopo aver scontato la pena era stato ria­bilitato. Nonostante questo la stampa sovietica non ha mai cessato di calunniarlo.

Nel 1967 l'editrice di Stato « Mintis » (Pensiero) con sede a Vilnius pubblicò un opuscolo di Vytautas Dėnas dal titolo: Ir mirdami kovojo (Combattevano anche mo­rendo). Nel capitolo Juzelė atėjo (Venne Juzelė) si racconta come il rev. V. Gelgota assassinò la funzionarla sovietica Juzelė del comune di Žvirgždaičiai (provincia di Šakiai):

Una maschera nera con la barba si avvicina, si avvicina sem­pre più. Gli occhi sono ardenti di odio; sono occhi già visti da qualche parte. La mano che impugna la rivoltella si solleva, mira al petto.

« Siate maledetti, vermi! La mano del popolo vi stritolerà; vi schiaccerà come sanguisughe!... ».

« Maledetti?... Dici maledetti?... Ah! Ah! Ah! Solo io posso maledire... Soltanto io! » sibila la voce mentre la mano sinistra solleva la maschera. « Hai compreso? »

« Capisco, pre-te... Gel-go-ta... »

Echeggiano, uno dopo l'altro, uno, due, tre colpi, diretti alla vittima già distesa in mezzo alla stanza...

Riportiamo qui di seguito documenti tratti dall'archivio del rev. V. Gelgota.

Dichiarazione del sac. Vincas Gelgota, Skardupiai, circo­scrizione di Meškučiai, provincia di Kapsukas

Al direttore della tipografia statale « Vaizdas » di Vilnius

La vostra tipografia nel 1967 ha stampato una pubbli­cazione redatta da un certo Vytautas Dėnas dal titolo Ir mirdami kovojo (numero della pubblicazione 9707) nella quale è riportata un'infame menzogna sul mio conto. Per­tanto io protesto nel modo più energico ed esigo che la suddetta pubblicazione venga immediatamente ritirata dalla circolazione, altrimenti mi vedrò costretto a rivolgermi al tribunale... A pag. 69 del suddetto opuscolo vengo descritto come un assassino. Questa è una calunnia. Com'è possibilediffamare una persona in maniera così orrenda? Perciò non posso tacere e chiedo che venga ritrattato ciò di cui mi si accusa.

Fin dal 1948 tutte le accuse che mi vengono rivolte nel libro vennero ritenute infondate dal Tribunale supremo.

Anche da tutte le altre accuse che risalgono al periodo in cui ero cappellano ad Alytus sono stato prosciolto dal Tribunale supremo in data 24 novembre 1967 e di conse­guenza riabilitato.

Vi prego perciò di fornirmi l'indirizzo dell'autore per­chè possa avere un incontro con lui per discutere come regolare la faccenda. Se entro tre settimane non riceverò alcuna risposta, mi vedrò costretto a rivolgermi al tribunale.

Skardupiai, 4 maggio 1968

Rispettosamente, sac. V. Gelgota

*     *   *

Ed ecco la risposta dell'editrice di Stato « Mintis »:

Vi comunichiamo che il compagno Vytautas Dėnas risiede a Vilnius, Kosciuškos 36-3.

La responsabile della redazione (Firma illeggibile)

*     *   *

Al compagno Vytautas Dėnas, Vilnius, Kosciuškos 36-3

Nella pubblicazione Ir mirdami kovojo da voi redat­ta, nel capitolo intitolato Juzelė atėjo vengo descritto in maniera ignobile e calunniosa, Sono convinto che voi ab­biate scritto tutto ciò senza prendervi cura di fare alcuna indagine al fine di accertare come si fossero svolte effetti­vamente le cose. Riflettete un momento: se qualcuno vi descrivesse in modo così infamante e spregevole, forse ta­cereste? O non pretendereste invece una smentita?

(Il sac. Gelgota passa poi ad elencare le ingiuste accuse rivolte contro di lui, Ndr).

Pertanto penso che comprenderete il mio stato d'animo e che cercherete di sistemare la cosa con ogni mezzo. Forse il sistema migliore sarebbe quello di una pubblica smentita sulla stampa.

Non ottenendo da voi alcuna risposta entro l'I agosto 1968, sono deciso a rivolgermi al tribunale.

Con rispetto, sac. V. Gelgota

*        *   *

Egregio V. Gelgota,

Vi invio due copie della lettera di smentita che ho redat­to, affinchè possiate presentarne una alla curia. Purtroppo non ho potuto ottenere che fosse pubblicata sul « Komjauni­mo tiesa » (La verità del komsomol) perché la redazione non ha accettato. Spero comunque che la redazione del giornale della provincia di Kapsukas « Naujas Kelias » (La nuova via) accetti di farlo in modo da riparare, almeno parzialmente, il danno a voi arrecato. Purtroppo non ho potuto fare di più, sebbene lo volessi.

Avevo sentito parlare di voi a Žvirgždaičiai nell'imme­diato dopoguerra... Ma oggi dopo aver svolto nuove in­dagini ho potuto apprendere che voi non eravate per nulla coinvolto nel processo a carico di Gniazevičius e che allora veniste accusato del tutto ingiustamente. Per questo incre­scioso e doloroso equivoco vi chiedo sinceramente ancora una volta scusa.

Vi auguro buona salute nel vostro lavoro, che svolgete secondo le vostre convinzioni. Sebbene abbiamo delle con­cezioni diametralmente opposte, ritengo che ciò non mi au­torizzi a scrivere falsità su di voi.

25 giugno 1968        Con rispetto, Vytautas Dènas

 

*     *   *

 

Al compagno Vytautas Dènas,

(Il rev. Gelgota ringrazia Vytautas Dènas per la sua let­tera e le due copie della smentita, Ndr).

« ... tuttavia sul "Naujas Kelias" la smentita non è ap­parsa... Sarebbe forse il caso di farla pubblicare sul giornale della provincia di Šakiai, perché là sarebbero avvenuti i fatti da voi erroneamente descritti e là invece molti sanno come tutto si è svolto in realtà.

Non nutro alcun desiderio di vendetta nei vostri riguardi, perché può accadere a tutti di sbagliare, ma è bene che l'er­rore venga riparato.

28 agosto 1968        Rispettosamente, sac. Gelgota

*    *    *

Egregio V. Gelgota,

purtroppo i miei sforzi per riparare almeno in parte al male che vi ho procurato non hanno sortito alcun esito. I giornali provinciali sia di Kapsukas che di Šakiai si sono rifiutati di pubblicare la lettera di smentita che ho inviato loro. Anzi, il giornale provinciale di Kapsukas non ha nep­pure risposto alla mia lettera...

La stampa della repubblica non vuole prendere in alcu­na considerazione le mie spiegazioni. Sto così pagando un errore dovuto ad eccessiva superficialità; mentre per voi non ho parole, perché per esperienza so bene cosa significhi una condanna morale. Non posso far altro che porgervi mol­te, molte scuse per il dolore che vi ho arrecato.

29 dicembre 1968        Vytautas Dėnas