ARCHIDIOCESI DI KAUNAS

Girkalnis

Liberato dal lager il reverendo Bubnys

Il 10 novembre 1972 (verso le ore 15) dal lager a regime duro di Kapsukas venne rilasciato il sacerdote Prosperas Bubnys, condannato un anno prima per l'insegnamento delle verità della fede ad alcuni bambini. L'ex detenuto è stato accolto da alcuni sacerdoti e da un gruppo di fedeli. Per­sino alcuni funzionari dell'amministrazione del lager pote­rono assistere ad una scena insolita per quel luogo: un mazzo di rose nelle mani del sacerdote ex prigioniero.

Il 15 novembre i coristi di Girkalnis fecero una solenne accoglienza al rev. P. Bubnys. Durante la funzione cantò il coro, mentre la chiesa era gremita di popolo nonostante che ai credenti non fosse stato comunicato nulla sulle ac­coglienze da riservarsi all'ex detenuto. Tutti sentivano che un anno trascorso nel lager non era soltanto una vittoria del rev. P. Bubnys, ma di tutta la Chiesa in Lituania.

Le autorità della provincia di Raseiniai avevano di­chiarato al rev. P. Bubnys di non avere alcuna riserva nei suoi riguardi e che non avrebbero posto ostacoli allo svol­gimento del suo ministero sacerdotale. Tuttavia trascorsi alcuni mesi il rev. P. Bubnys venne trasferito nella parroc­chia di Lygumai.

Kaunas

Attenti ai ladri sacrileghi

Il 12 dicembre 1972 S.E. il vescovo J. Labukas inviò una circolare al clero dell'archidiocesi di Kaunas e della diocesi di Vilkaviškis nella quale tra l'altro era scritto: « ...In quelle chiese dove non ci sono custodi notturni, ordi­niamo di portare per la notte il Santissimo Sacramento nella sacrestia e di collocarlo in un posto debitamente preparato. I vasi sacri non debbono, la notte, essere lasciati nella chiesa. Essi devono venir conservati in sacrestia, oppure, an­cora meglio, nella canonica ».

La suddetta circolare è motivata dai frequenti saccheggi verificatisi nelle chiese e dalle profanazioni del Santissimo Sacramento.

Juodaičiai

Trasferito e degradato un parroco per intervento governativo

Il parroco di Juodaičiai, rev. V. Pesliakas, ritornato a casa nel mese di giugno del 1972, apprese che dalla metà di giugno il governo della provincia di Raseiniai lo cercava, in­vitandolo a ritirare il documento di registrazione ed a pren­dere al più presto le funzioni di vicario nella parrocchia di Viduklė. S.E. il vescovo J. Labukas gli spiegò che Rugienis esigeva il suo trasferimento a Viduklė, mentre S.E. il ve­scovo R. Krikščiūnas gli disse: « Hai lavorato bene, ma sappi che il vescovo Labukas non abbandonerà a se stesse due dio­cesi per causa tua, né ha intenzione di andare a finire a Zagare... » 1

S.E. il vescovo Labukas ordinò al rev. V. Pesliakas di ac­cettare la carica di vicario di Viduklė, altrimenti sarebbe stato sospeso: « Se entro il 20 settembre 1972 non sarete a compiere i vostri doveri di vicario nella chiesa di Viduklė, sarete ipso facto "suspensus a divinis" ».

Il rev. Pesliakas, avendo considerato che il vescovo lo

1 In questa località vive relegato al confino S.E. il vescovo J. Ste­ponavičius. (N.dr.)

trasferiva a Viduklė e lo aveva degradato dalla carica sol­tanto perché costretto da Rugienis, si rifiutò di raggiungere la sua nuova destinazione.

Il 26 settembre 1972 giunsero a Juodaičiai tre funziona­ri e dichiararono al comitato esecutivo della chiesa: « Il vostro parroco non ubbidisce agli ordini del vescovo. Per­ciò egli viene dimesso dalla carica... ».

Il fatto citato ha assai stupito tutta la popolazione, in quanto ha permesso di constatare l'interferenza del governo civile nella vita interna della Chiesa.

Il rev. V. Pesliakas il 10 ottobre in una lettera indiriz­zata al vescovo scrisse: « Considerando i fatti elencati e l'opinione comune della maggioranza dei sacerdoti, sono fermamente convinto e profondamente addolorato che a causa mia Vostra Eccellenza sia stata costretta da qualcuno ad inviarmi un simile scritto. Perciò lo considero ingiusto ed illegale... ».

SE. il vescovo Labukas annullò la sospensione e il rev. V. Pesliakas partì per un periodo di cure.

Nel mese di dicembre il rev. V. Pesliakas venne nomi­nato altarista a Viduklė.1

DIOCESI DI TELSIAI

Palanga

Un monumento funebre non piace al governo

Nei primi anni del dopoguerra la famiglia Astrauskas di Palanga venne deportata in Siberia, dove rimase a soffrire per 11 anni. Tornata in Lituania, essa ha trovato la casa distrutta e i genitori morti. Verso la fine del 1971 eres­sero loro un monumento nel cimitero di Palanga: a fianco della tomba dei genitori i coniugi Astrauskas si riservarono due posti per loro e sul monumento incisero le rispettive date di nascita. Un valente artista aveva fatto il progetto

1 In Lituania si chiamano altaristi i sacerdoti in pensione, ai quali si consente tutt'al più di celebrare la messa.(N.d.r.)

del pregevole monumento. Ma l'amministrazione di Palanga non apprezzò l'opera d'arte che nella sua formulazione ar­tistica ricordava ad essa due sue « opere »: la demolizione con un trattore nel parco della città di un'artistica statua bronzea di Cristo, destinata a rottame metallico 1 e la demoli­zione di due statue di Maria, distrutte sul monte Biruté. Nel monumento degli Astrauskas erano rappresentate delle croci spezzate e una giovane lituana con le mani giunte in preghiera e la scritta: Signore, salvaci!

A Sofija Astrauskas venne comunicato per iscritto che in seguito ad una deliberazione del Comitato esecutivo di Pa­langa in data 13 aprile 1972 il kombinat delle aziende co­munali era stato incaricato di demolire il monumento. La donna si rivolse al Comitato esecutivo di Palanga ed alla milizia ma ovunque le risposero che il monumento era fatto male, che bisognava cancellare da esso l'iscrizione Signore, salvaci!, nonché il nome suo e di suo marito. La signora Astrauskas si rifiutò dicendo:

« Un monumento senza il nome di Dio è degno di stare soltanto nei pressi di una trattoria, e non in un cimitero. Io sono cattolica, vivo e morirò con il nome del Signore sulle labbra. Voi ateisti non credete in Dio, allora perché avete paura del Suo nome? ».

« Quella iscrizione è antisovietica — le urlarono i funzio­nari — Basterebbe aggiungervi: "Signore, salvaci... dai co­munisti". Cambia l'iscrizione, oppure noi demoliremo il monumento. »

La signora Astrauskas inviò un appello al Consiglio dei ministri della RSS di Lituania, che lo trasmise al Ministero delle aziende comunali, ma questo taceva. All'invio di un nuovo appello al Consiglio dei ministri si ebbe una risposta negativa. Allora la signora Astrauskas si rivolse al Consi­glio dei ministri dell'URSS ma tutto quello che ottenne fu solo la ricevuta di ritorno di avvenuta ricezione da parte del­l'amministrazione postale.

L'11 ottobre la Astrauskas apprese che alcuni funzionari del governo si erano recati al cimitero per procedere alla

1 Si trattava di un'opera dello scultore danese B. Thorvaldsen. (N.d.r.)

demolizione del monumento. Accorsa al camposanto, essa vi trovò i funzionari del Comitato esecutivo di Palanga e numerosi miliziani, nonché agenti della Sicurezza. Dall'ente delle costruzioni erano stati condotti sul posto con la forza numerosi operai ai quali venne dato ordine di demolire il monumento. Molti giovani operai si ribellarono: « Noi non compiremo questo lavoro. Demolitelo voi stessi! ». « Se non lo demolirete vi licenzieremo dal lavoro » li minacciò un funzionario. « Ne troveremo uno migliore » ribatterono gli operai allontanandosi.

La signora Astrauskas era decisa a difendere il monumen­to. Messasi davanti ad esso dichiarò: « Finché sarò viva non lo demolirete. Prima dovrete uccidermi! ». « Sei di­chiarata in arresto. Tirati via dal monumento! »

Quattro agenti della Sicurezza strapparono a forza la si­gnora Astrauskas dal monumento, la spinsero dentro la mac­china della polizia, facendole sbattere violentemente il ca­po contro uno spigolo e la condussero nella loro sede, dove la donna giunse priva di sensi. Soltanto dopo che il me­dico ebbe dichiarato che lo stato di salute della signora Astrauskas era grave, la polizia permise che fosse portata a casa.

Il monumento venne successivamente demolito con un trattore e portato via.

DIOCESI DI PANEVĖŽYS

Saločiai

Al parroco è vietato andare ai funerali

Nel mese di dicembre 1972 il sostituto del presidente del Comitato esecutivo di Pasvalys, Stapulionis, venne a Salo­čiai. Non avendo trovato il parroco in casa, egli stesso si mise a « fare il padrone » in chiesa, togliendo dalla vetrina degli avvisi sacri una spiegazione dell'Avvento.

Più tardi egli aggredì con dure parole il parroco rev. Balaišis perché avrebbe spaventato la popolazione annun­ciando che alla fine di questo secolo sarebbe avvenuta lafine del mondo. Infatti nella spiegazione dell'Avvento sot­tratta da Stapulionis dalla vetrina degli avvisi sacri era accennato che la seconda venuta di Cristo si sarebbe veri­ficata in occasione della fine del mondo.

Stapulionis inoltre ingiunse al parroco di Saločiai di non accompagnare i defunti al cimitero.

Krinčinas

Come vestirsi andando in processione

Il 5 gennaio 1973 il sostituto del presidente del Comi­tato esecutivo di Pasvalys, Stapulionis, convocò il parroco di Krinčinas, rev. Raščius, per dirgli che:

1.        è vietato al prete accompagnare i defunti al cimitero, perché viene ostacolata la circolazione (il cimitero dista dalla chiesa solo 400 metri ) ;

2.        alle processioni religiose è vietato partecipare in co­stume nazionale, perché in tal modo viene incoraggiato in chiesa il nazionalismo;

3.        è severamente vietato ai sacerdoti raccogliere le of­ferte in chiesa.

« Voi preti vi buttate sul denaro come i cani sull'osso! » gli gridò istericamente Stapulionis.

DIOCESI DI VILKAVIŠKIS

Ąžuolu Buda

Un caso di « rieducazione »

Nell'estate del 1972 una ragazza aiutò i parrocchiani di Ąžuolu Buda nella preparazione di alcuni bambini alla pri­ma comunione. Il 3 agosto essa venne fermata dal direttore della scuola media di Ąžuolu Buda e dalla segretaria del par­tito del kolchoz « Sviesa » che la consegnarono alla Sicu­rezza di Kapsukas. Dopo gli interrogatori, la « criminale » venne riconsegnata alla direzione della scuola per la « riedu­cazione ». Non si sa come si stia svolgendo tale opera di « rieducazione ».

Prienai

J. Zdebskis trasferito in altra diocesi per ordine del governo

L'8 gennaio il rev. J. Zdebskis venne convocato all'uffi­cio della milizia di Prienai da dove sotto scorta venne con­dotto al locale policlinico per un controllo del suo stato di salute, per sapere cioè se fosse in grado di compiere un lavoro fisico.

Il 26 gennaio 1973 venne notificata al rev. Zdebskis un'ingiunzione secondo la quale entro 15 giorni egli avreb­be dovuto trovarsi un lavoro qualsiasi che non fosse quello sacerdotale, altrimenti gliene sarebbe stato assegnato uno a discrezione della milizia.

Il governo civile permise al rev. J. Zdebskis di compiere il proprio dovere sacerdotale soltanto nella diocesi di Tel­šiai. In base a che cosa è stato deciso ciò, se il rev. J. Zdebskis non è mai stato condannato all'esilio da un tribu­nale civile? Nei canoni della Chiesa non è prevista la pena dell'esilio ed inoltre il rev. J. Zdebskis non si è mai reso colpevole di fronte alle leggi ecclesiastiche. Secondo i ca­noni egli appartiene alla diocesi di Vilkaviškis e non ha alcun obbligo di lavorare in un'altra diocesi.

DIOCESI DI KAISEDORYS

Nemaniunai

Arroganza di burocrati contro parroco e ragazzi credenti

Il 15 maggio 1972 il sostituto del presidente del Comi­tato esecutivo della provincia di Prienai, K. Cerneckis, con­vocò il parroco di Nemaniunai, il rev. J. Matulaitis, e gli rimproverò di non osservare le leggi sovietiche, cercando di costringerlo a firmare questo scritto: « È noto che nella chiesa parrocchiale di Nemaniunai i ragazzi e i giovani ser­vono le funzioni religiose. In tal modo vengono violate le leggi sovietiche. Vi diffidiamo dal far partecipare alle fun­zioni religiose dei ragazzi o dei giovani. Inoltre voi senza averne l'autorizzazione dalla vostra parrocchia vi recate acompiere i riti religiosi nelle chiese di altre parrocchie. Vi ammoniamo perché ciò non si ripeta in futuro ».

Nella scuola di Nemaniunai una conferenziera giunta da Prienai prese ad « illuminare » gli studenti sui problemi ateistici. I ragazzi a scuola vennero diffidati dal partecipare alle processioni. I più timorosi scomparvero dalle proces­sioni, mentre gli altri frequentano ancora con maggior fer­vore la chiesa, e partecipano alle funzioni religiose.

AVVISI

La lkb kronika ringrazia tutti coloro che nel 1972 hanno contribuito a raccogliere la documentazione sulla situazione della Chiesa perseguitata e li prega di aiutarla ancor più zelantemente anche per il futuro.

La lkb kronika è un aiuto necessario per tutti i catto­lici coscienti, e serve per far conoscere a molti la reale si­tuazione della Chiesa.

La lkb kronika esce dal 19 marzo 1972.