Nijolé Sadūnaitė venne arrestata il 27 settembre 1974. Durante la perquisizione eseguita presso di lei fu trovato 1* 11° numero della LKB KRONIKA in corso di trascrizione.

Nel corso dell'istruttoria preliminare N. Sadūnaitė si era rifiutata di fare dichiarazioni e perciò gli istruttori ave­vano minacciato di internarla in un ospedale psichiatrico. Per due mesi non le venne permesso di ricevere pacchi-viveri.

Verso la fine del gennaio 1975 N. Sadūnaitė inviò una denuncia al procuratore, protestando per gli abusi degli istruttori e le loro minacce di chiuderla in manicomio.

Nel mese di marzo del 1975 gli istruttori si rivolsero al­l'ospedale neuropsichiatrico di Vilnius in Vasaros gatvé ed a quello di Naujoji Vilnia per sapere se N. Sadūnaitė vi fosse stata mai ricoverata. La risposta fu negativa.

Nel mese di aprile 1975 la causa di N. Sadūnaitė fu stralciata dal processo n. 345 e fu intentato un nuovo pro­cesso col n. 416.

Il 16 giugno 1975 il Tribunale supremo della rss di Lituania iniziò a discutere la causa di N. Sadūnaitė. L'udien­za ebbe inizio alle ore 10. Presidente del tribunale era Kudriasov e pubblico ministero Bakucionis.

Al processo vennero convocati i seguenti testimoni:

Jonas Sadùnas (fratello di Nijolé), Vladas Sadùnas (suo cugino), Regina Sadùniené (moglie di Vladas), Povilaitis (direttore della scuola media), Kušleika e Bronė Kibickaité.

Vilnius

. In difesa dei credenti arbitrariamente condannati.

Esposto dei sottoscritti sacerdoti dell'arcidiocesi di Vilnius, rss di Lituania

Al Segretario generale del ce del pc dell'urss

Al Presidium del Soviet supremo dell'urss

Al Procuratore generale dell'urss

Al Presidium del Soviet supremo della rss di Lituania Al Procuratore della rss di Lituania

Alle Curie vescovili delle diocesi di Vilnius, Kaunas, Pane­vėžys, Telšiai e Kaišedorys.

I    cattolici della Lituania, privi di letteratura religiosa, sof­frono profondamente. È vero che nel periodo sovietico sono uscite le seguenti pubblicazioni: Maldaknygė (Libro di preghiere) del canonico J. Stankevičius,Liturginis maldynas (Preghiere liturgiche); Vatikano II susirinkimo nutarimai (Deliberazioni del Concilio Vaticano II); Apeigynas (Rituale); Naujasis Testa­mentas (Il Nuovo Testamento) e Psalmynas (I Salmi). Esse, tuttavia, non hanno soddisfatto le esigenze dei credenti, in quanto sono state stampate con una tiratura talmente esigua, da tornare utili soltanto agli ateisti per la loro propaganda all'estero, perché così possono sostenere che da noi c'è libertà di religione. Ad esempio, la parrocchia di Ceikinai, che con­ta circa 3.000 fedeli, ebbe soltanto 10 esemplari in totale delle pubblicazioni suddette.

Essendoci fame di letteratura religiosa, vi sono state delle persone le quali, considerando che l'art. 135 della Costitu­zione dell'Unione Sovietica e l'art. 97 della Costituzione della rss di Lituania garantiscono la libertà di religione e di stampa, ben\ sapendo che il governo civile della rss di Lituania viola queste leggi, non permettendo ai cattolici della Lituania di stanipare libri di contenuto religioso, hanno preso l'iniziativa di riprodurre e divulgare clandestinamente libri di preghiere. Alcuni di costoro vennero arrestati nel 1973. Nel dicembre del 1974 il Tribunale supremo della rss di Lituania ha con­dannato P. Petronis a 4 anni di privazione della libertà da scon­tarsi in una colonia di lavori forzati a regime duro, P. Plumpa a 8 anni di privazione della libertà da scontarsi in un lager a regime duro, J. Stašaitis ad 1 anno e V. Jaugelis a 2 anni di privazione della libertà da scontarsi in una colonia di lavori forzati a regime normale.

La LKB KRONIKA espone per iscritto alcuni discorsi re­gistrati qua e là che rispecchiano il pensiero e i sentimenti di numerosi lituani.

Trent'anni sono ormai volati nel passato da quando si è spento l'incendio della guerra. Di questo si dovrebbe gioire, ma per i lituani c'é anche motivo di essere tristi. Il paese sulle rive del Nemunas si trova come un albero da frutto sul bordo di una strada: spogliato dal­l'Oriente e dall'Occidente. Gli uni proclamavano il "Reich millenario"; mentre oggi si parla già di quello eterno. I "liberatori" bruni progettavano di trasferire i "lituani in­fidi" negli Urali; i rossi si sono spinti ancora più oltre: disperdere i lituani per tutta la Siberia. Nella nostra na­zione è difficile trovare una famiglia senza un parente che non sia partito "volontariamente" per andare a "vedere gli orsi bianchi". Le famiglie dei deportati del 1941 sono state disperse: gli uomini separati dal resto della famiglia. I negrieri del xx secolo sceglievano i più robusti tra i de­portati e li utilizzavano concedendo loro 400 grammi di pane al giorno, mentre gli altri si dovevano accontentare di soli 200 grammi. I bambini muoiono non solo in Africa, dove imperversano le siccità, ma anche nel paese dell'uma­nesimo comunista, dove certe categorie di popolo erano trasformate in schiavi. Il deportato lituano si sentiva dire: « Siete stati portati qui per crepare! ». Non erano certo vuote parole: i figli generati dalle madri lituane hanno la­sciato le loro ossa dagli Urali fino a Magadan, dalle regio­ni artiche di Archangelsk, Vorkuta e Norilsk fino a quelle torride del Kazachstan.

Esisteva un piano per realizzare una Lituania senza lituani, destinandoli ad una sorte simile a quella toccataai calmucchi, ai tartari e ad altre piccole nazioni: esse fu­rono deportate* e fuse nel pentolone della "fraternità delle nazioni". Per fortuna, questo "processo storico" è stato impedito dalla morte di Stalin, dopo la quale si è registra­to un certo miglioramento della situazione: si è rinunciato al metodo brutale del genocidio fisico, per sostituirlo con quello di tipo morale.

Vilnius

Un giovane martire del nostro tempo

Il giovane Vitalij Ocikevic, ucraino della regione di Vi-nica, tre anni fa venne a Vilnius per imparare la lingua lituana. Voleva prepararsi per entrare nel Seminario eccle­siastico (infatti gli ucraini non hanno seminari). Vitalij serviva la Messa nelle chiese di San Nicola e di S. Teresa. Era stato sottoposto spesso ad interrogatori da parte della Sicurezza. Nel corso di tali interrogatori gli veniva proposto di lavorare come agente della Sicurezza, dietro la promessa di farlo entrare nel Seminario ecclesiastico senza compiere il servizio militare. Il 24 marzo aveva festeggiato il suo

Popolazione baltica della Prussia orientale sterminata dall'Or­dine teutonico e dai tedeschi a partire dal sec. xm ed estinta nel sec. xvii. (NdT)

18° compleanno. Il 14 maggio venne trovato morto con il volto sfigurato dalle percosse nella propria stanzetta in Gardino gatvė.

Druskininkai

Il 25 maggio 1975 davanti alla chiesa di Druskininkai una donna stava vendendo dei devozionali. Improvvisa­mente essa venne circondata da alcuni « ausiliari » e da un miliziano, il quale tentò di fermarla con la forza. La donna riuscì a sfuggire ed a rifugiarsi in chiesa, dove si stava svolgendo una sacra funzione. Gli aggressori, affer­rata la borsa contenente gli oggetti religiosi, scomparvero. Un gruppo di villeggianti che aveva assistito alla scena, espresse a voce alta la propria indignazione per un così brutale comportamento. Sulle braccia della donna rimase­ro le chiazze provocate dal miliziano nel torcerle.

Vilnius

Il 21 maggio 1975 Vytautas Kabelis, direttore della scuola di musica per ragazzi « Balys Dvarionis » e il segre­tario del partito nella scuola, Jonas Urba, convocarono l'in­segnante di musica Aldona Kezyté, responsabile delle le­zioni obbligatorie di pianoforte per la sezione corale e le ordinarono di scrivere una lettera di dimissioni nella quale dichiarava di rinunciare di propria spontanea volontà al­l'insegnamento.

Il direttore spiegò ad Aldona Kezyté di non aver nulla da ridire sul suo operato come insegnante, ma gli era stato imposto di licenziarla perchè ella era molto religiosa.

Alcuni giorni dopo la Kezyté presentò la lettera di dimis­sioni e dovette abbandonare l'insegnamento. Ella aveva lavorato nella scuola per circa 25 anni ed era stata elogiata più volte dalla direzione della scuola. In diverse occasioni aveva anche ricevuto degli attestati governativi di bene­merenza per l'eccellente lavoro svolto.

   La  direzione  della  scuola,  licenziando  la  insegnanteA. Kezytė, dichiarò che d'allora in poi ella non aveva più diritto a mettere piede nella scuola.

Užusaliai

Un metodo educativo dal volto disumano

Esposto della cittadina Irena Smetonienė di Jonas, sanitaria, residente nel villaggio di Svilonéliai, circoscrizione di Užusa-liai, prov. di Jonava

Al Ministro della Pubblica  Istruzione della rss  lituana Alla redazione del « Tarybinis mokytojas »

Il 14 febbraio 1975 nella VIII classe B della scuola media di Karmėlava si tenne una riunione di classe, nel corso della quale mio figlio Antanas espresse dei dubbi su « quella dolce parola - la libertà », cercando di dimostrare che tale libertà non esiste.

Una strada dall'ateismo verso Dio

 (La LKB KRONIKA ritiene che per ora non sia opportuno pubblicare il nome dell'autore di queste riflessioni).

Frequentai il ginnasio-liceo ai tempi degli zar. Gli inse­gnanti si sforzavano di educarmi nello spirito della loro ideologia e denigravano il cattolicesimo. Con la mentalità acritica tipica dei giovani d'allora, accettavo tutto quanto mi veniva detto. Mi entusiasmai alle idee del positivismo, allora di moda, secondo le quali è reale solo ciò che è tan­gibile e materiale. Dal liceo uscii materialista convinto e lo­gicamente ateista. Cessato il rombo dei cannoni della I guerra mondiale, scelsi la professione di insegnante e mi accinsi con convinzione a dissodare il campo dell'istruzione. Nel 1924 mi iscrissi all'«Associazione di Cultura Etica dei Liberi Pensatori » appena fondata. Predicavo le idee del­l'ateismo tra i miei studenti e gli adulti. Pensavo che una delle cause della miseria e dell'ignoranza del popolo fosse la sua religiosità, quindi lottavo contro la religione.

Più tardi, ripensamenti successivi e le vicissitudini della vita mi condussero a rivedere la mia posizione ideologica. La mente di un uomo di una certa esperienza è più libera dalle suggestioni e dagli idealismi della gioventù, perciò parecchie cose cominciavano ad apparirmi sotto un'altra lu­ce. La mia « fede » nel materialismo cominciò a vacillare: mi resi conto che le sue basi filosofiche erano deboli, che esso non offriva una risposta valida e soddisfacente ai più importanti interrogativi dell'esistenza; compresi che la re­ligione non era affatto quella che io avevo conosciuto at­traverso gli opuscoli ateistici. Dio mi apparve come l'unica risposta intelligente ai problemi della vita, e diedi il mio addio all'ateismo. D'altronde, molte persone della mia ge­nerazione hanno compiuto un passo del genere; tra gli al­tri anche il famoso fisico V. Čepinskis.

Vilnius

Un documento proibito per la stampa sovietica

riservato -  escluso dalla  pubblicazione

Decreto del Ministro della Sanità n. 277, Vilnius, 17 aprile 1975.

Soppressione del sanatorio tubercolotico pediatrico « Vil­nelė » di Vilnius e fondazione a Vilnius di un ambulatorio dermosifilopatico.

In esecuzione della delibera del 27 gennaio 1975 del ce del pc lituano e del Consiglio dei Ministri della rss di Li­tuania « Misure straordinarie per intensificare la lotta con­tro le malattie veneree » e del decreto n. 188 del 3 aprile 1975 del Consiglio dei Ministri della rss di Lituania inte­so a prevenire la propagazione delle malattie veneree e ad assicurare alle persone colpite da malattie veneree il rico­vero in ospedale, ordino: di aumentare negli ospedali il numero dei posti-letto rispetto a quello previsto nel piano del 1975, nella misura seguente:

·         Dipartimento sanitario di Vilnius: 200 posti-letto

·         Dipartimento sanitario di Kaunas: 100 posti-letto

·         Dipartimento sanitario di Šiauliai: 45 posti-letto riducendo il numero dei posti-letto negli ospedali del Ministero della Sanità della repubblica;

di aumentare le assegnazioni di bilancio per il manteni­mento delle istituzioni di cura e di profilassi:

—        al Dipartimento sanitario della città di Vilnius: 306.500 rubli, di cui 165.800 rubli per il personale;