Vilnius: edifici sacri del centro storico sconsacrati ed adibiti ad altri usi (cfr. pp. 340-343)

Cronaca della Chiesa cattolica in Lituania fascicolo n. 18 

Leggete e fate leggere ad altri! esce dal 1972

 

Sommario

    Dopo la Conferenza di Helsinki

    Quello che i turisti stranieri a Vilnius e a Kaunas non vedono

    Credenti lituani in lager

    Interrogatori e processi

    Distruzione di croci

    Esposti di credenti e notizie dalle diocesi

B. Naudžiūnas accanto alla salma della madre morta in Siberia nel 1952

B. Nadziunas rilasciato dal lager di Pravieniskiai nel 1973, accanto alla propria « abitazione » (cfr. pp. 354-356)

Forbite parole di una farsa

Il 1° agosto si è conclusa ad Helsinki la Conferenza delle nazioni d'Europa promossa dall'Unione Sovietica. Questo giuoco dei potenti del mondo ha provocato amarezza e delusione in milioni di cuori. Per il petrolio, il grano, gli scambi commerciali e i contatti personali si ignorano le sofferenze degli individui e dei popoli.

Che cosa possiamo aspettarci noi, cattolici della Lituania, dalla tanto esaltata conferenza di Helsinki, se non ci è stato fornito nemmeno il testo completo dell'« Atto finale » in lingua lituana; se a tutt'oggi non abbiamo potuto pren­dere conoscenza neanche della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e di tanti altri documenti internazionali?

Noi ringraziamo tuttavia la Provvidenza per il fatto che in questi tempi, pur segnati dall'ipocrisia, esistono uomini come il premio Nobel A. Solzenycin, l'accademico Sacharov ed altri, che trasmettono al mondo i nostri lamenti, le nostre sofferenze e le nostre speranze; che scuotono dal torpore e dall'indifferenza i potenti del mondo.

Nel mese di maggio del 1975 sono ricorsi i 30 anni dalla fine della II guerra mondiale, che ha provocato tante sof­ferenze e tante vittime. Tale giubileo, quale festa della vittoria dell'Unione Sovietica, è stato solennemente cele­brato anche in Lituania. Ma per i cattolici della Lituaniaquesta celebrazione è coincisa, purtroppo, con un anni­versario di dolore e di tristezza: 30 anni fa il governo ateista dava inizio in Lituania ad un'aperta, brutale e spietata lotta contro i credenti, in modo particolare contro la Chiesa cattolica della Lituania. Tale lotta, orribile per le persone oneste, continua tuttora. Per evitare le spietate persecuzioni molti lituani sono costretti a celare la propria fede, come facevano i cristiani dei primi secoli.

Negli anni 1945-46 in quasi tutte le chiese della Lituania erano considerati ancora come fatti normali i cori religiosi dei fanciulli, le funzioni per gli studenti (con la parteci­pazione anche degli insegnanti), i ritiri spirituali degli studenti, la catechizzazione dei bambini e l'istruzione reli­giosa in chiesa per classi. Però già allora molta gente in­terpretava questa « tolleranza » nei riguardi dei credenti e della Chiesa come il periodo di quiete che precede la tempesta. Ed essa non si fece attendere a lungo. Ben presto quasi tutti i vescovi della Lituania vennero arrestati. Uno di essi, il vescovo Borisevicius, venne sbrigativamente con­dannato alla fucilazione. Cominciarono poi gli arresti in massa dei sacerdoti, i loro interrogatori, le torture e i processi con condanne fino a 25 anni. Contemporanea­mente si diede inizio alla chiusura di chiese care a tutti i credenti e alla distruzione e profanazione dei luoghi sacri. In un arco di tempo assai breve, dal 1945 al 1950, (anno in cui venne celebrato il primo decennale dell'incorpora­zione della Lituania nell'Unione Sovietica), soltanto a Vilnius e a Kaunas vennero chiuse circa 50 chiese ed ora­tori semi-pubblici; fu vietato l'uso delle cappelle nei cimi­teri (più tardi alcune di esse, nel corso della distruzione dei cimiteri, furono demolite); vennero abbattute le « Tre Croci » a Vilnius e distrutte croci ed edicole lungo le strade e le piazze. Alla vigilia del 25° anniversario dell'an­nessione della Lituania all'Unione Sovietica vennero fatte saltare in aria con l'esplosivo 35 cappelle dei calvari di Vilnius, i cui resti vennero immediatamente rimossi affinché non restasse alcuna traccia che potesse ricordare il luogo dell'esistenza di quelle cappelle.

La LKB KRONIKA ha riferito nei numeri scorsi i processi ai credenti P. Plumpa, P. Petronis, J. Stašaitis, V. Taugelis, J. Gražys e N. Sadūnaitė. Queste persone sono state pro­cessate per il fatto di aver riprodotto della letteratura reli­giosa, la LKB KRONIKA ed altre pubblicazioni analoghe.

A metà del mese di luglio sono giunte alla LKB KRONIKA esaurienti informazioni sulla detenzione di Petras Plumpa-Pluira nel lager di Perm. In condizioni simili si trovano attualmente Povilas Petronis, Juozas Gražys e Nijolė Sadū­naitė.

P. Plumpa, prima di essere deportato in Russia, venne tenuto per una settimana ih una cella d'isolamento. Al mo­mento della deportazione fu rinchiuso in un vagone assieme a dei criminali comuni, mentre i detenuti politici dovrebbe­ro essere tenuti separati. Per due mesi interi Plumpa fu trasportato con assassini e banditi di ogni risma, che mette­vano in mostra in tutti i modi le proprie bestiali prodezze. Alcuni gli tolsero le scarpe imbottite d'importazione estera che sua moglie gli aveva consegnato a Vilnius; altri lo spo­gliarono del giaccone; altri ancora si appropriarono del suo berretto, dei guanti e di altre cose. Vi furono anche alcuni che, stretto Plumpa in un angolo, cercarono di conoscere tutti i dettagli del processo e che, non avendo ottenutoquanto desideravano, lo spogliarono completamente minac-ciandolo di sbudellarlo. Plumpa non riuscì neppure a portare nel lager alcun prodotto alimentare: tutto gli venne tolto già nel vagone e per di più egli venne pestato a suon di calci. Tutto ciò accadde con il consenso delle autorità nono-stante Plumpa le avesse avvertite di essere stato condannato per motivi politici e che avrebbe dovuto essere fatto viag-giare separatamente.

Kaunas

Il 14 agosto 1975 nei pressi di Babtai alcuni agenti del comitato per la Sicurezza fermarono un'auto Ziguli guidata da Marytė Vitkūnaitė, sulla quale si trovavano quattro passeggeri, dichiarando di dover controllare la macchina. Un agente in divisa da poliziotto portò l'auto nel cortile del comitato per la Sicurezza a Kaunas. Mentre i passeggeri erano sottoposti ad interrogatorio venne eseguita un'accu­rata perquisizione dell'auto, diretta dal capitano Marcin­kevičius, inquirente del comitato per la Sicurezza di Vilnius. Alla perquisizione vennero fatti assistere in qualità di testi­moni Charževskis Raimondas, di Jurgis, residente a Kaunas in Suomiu g. 32-2 e Bertašius Algirdas, di Juozas, residente a Kaunas in Lampėdžiu g. 10-405.

La vettura fu smontata dagli specialisti Carion Ivan, resi­dente a Kaunas in Lenino g. 57-30 e Adomavičius Kęstutis, residente a Kaunas in Gedemino g. 39-1. I perquisitori per due ore cercarono « letteratura antisovietica » nelle gomme, nel radiatore, nel serbatoio della benzina e in ogni fessura dell'automezzo, rinvenendo soltanto una copia del libro di Solženicyn stampato a Vilnius Viena Ivano Denisovičiaus diena (Una giornata di Ivan Denisovič).

Poi la proprietaria della macchina, Marytė Vitkūnaitė, fu condotta nella sede della Sicurezza per una perquisizione personale, effettuata dalla inquirente Paliušienė alla presenza delle testimoni: Audronė Petružytė, residente a Kaunas in ltsr 25-čio g. 130-4 e Kazimiera Juškytė, residente in Alyvu g. 1-9.

volto stupido del comunismo sovietico 

Meteliai

Esposto del cittadino Ignas Klimavičius, di Kazys, residente nel villaggio di Buckūnai, provincia di Lazdijai

Alla Procura della rrs di Lituania

e per conoscenza, al vescovo dell'arcidiocesi di Kaunas e della diocesi di Vilkaviškis

ed all'incaricato del Consiglio per gli affari religiosi

Un anno fa ho eretto una croce di legno sul pianerottolo del­la scala della mia abitazione. In Lituania questa tradizione risa­le all'antichità: i cattolici che intendono venerare la croce la innalzano nelle campagne, la erigono davanti alle case, la appendono alle pareti delle abitazioni, la portano al collo e così via. Ero quindi convinto che per innalzare una croce sul pianerottolo di casa non occorresse alcun permesso da parte del governo, come non occorre alcun permesso per portare unacroce al collo o per appenderla ad una parete della propria casa. Tuttavia i funzionari del Comitato esecutivo della provin­cia di Lazdijai stabilirono e ordinarono di abbattere questa croce. Logicamente, come cattolico, la croce posso soltanto ve­nerarla e non profanarla, e perciò non ho eseguito l'ordine dal momento che mi sembra un reato il solo fatto di ordinare ad un cattolico la demolizione di una croce. Cosa accadrebbe se qualcuno ordinasse ad un comunista di stracciare un ri­tratto di Lenin o di abbattere una sua statua?

Kučiūnai

Il sacerdote confessa: merita una multa!

Esposto  del  sac.  Juozas  Kriščiūnas,  residente  a  Kučiūnai

All'incaricato del Consiglio per gli affari religiosi

e per conoscenza: all'Amministratore apostolico dell'arcidio-

cesi di Kaunas, vescovo Labukas

presentarono nella chiesa di Kučiūnai alcuni funzionari lo­cali: il presidente della circoscrizione Kočiunas, il segretario del partito, Sakavičius, e la segretaria del komsomol, Dimšienė. Essi mi trovarono nel confessionale mentre esaminavo singolar­mente dei bambini circa la loro conoscenza delle preghiere. Tutti i bambini stavano seduti in chiesa e attendevano il pro­prio turno.

La sera del 9 luglio mi trovavo nuovamente nel confes­sionale, mentre i bambini stavano in fila ad ambedue i lati del medesimo. Essi si presentavano uno ad uno al confes­sionale e facevano a voce alta la prova della confessione.