Cronaca della Chiesa cattolica in Lituania fascicolo n. 14
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Sommario
Dalle diocesi: intimidazioni e minacce quotidiane ai credenti
Discriminazioni nella scuola sovietica
Altre due repliche all'anonimo prosovietico
Numerosi sacerdoti lituani assistono ad una funzione liturgica. Tra di loro in primo piano l'Incaricato del Consiglio per gli affari religiosi, Kazimieras Tumènas
Petizione dì sacerdoti in difesa del loro vescovo Esposto
All'Incaricato del Consiglio per gli affari religiosi della Repubblica socialista sovietica di Lituania.
Noi, sottoscritti sacerdoti della diocesi di Kaišedorys, chiediamo con la presente che venga consentito al vescovo di Kaišedorys, Vincentas Sladkevičius, attualmente residente a Nemunėlio Radviliškis, provincia di Biržai, di poter esercitare il proprio ministero episcopale nella diocesi di Kaišedorys.
30 luglio 1974
Mittente: canonico Jonas Dzekunskas, residente a Žiežmariai, provincia di Kaišedorys.
Firmano la presente istanza i seguenti 45 sacerdoti della diocesi di Kaišedorys:
T. Akstinas, A. Alkovikas, J. Anusevičius, A. Arminas, A. Cerna, Z. Červokas, J. Čiurlionis, J. Danyla, canonico J. Dzekunskas, P. Genevičius, P. Gerbutavičius, J. Gylys, Z. Gustainis, can. J. Jonys, A. Jurgilas, J. Kaušyla, I. Kavaliauskas, J. Kazlauskas, canonico S. Kiškis, B. Klimas, E. Kraujalis, P. Leskauskas, J. Matulaitis, J. Masalskas, K. Miknevičius, A. Milašius, H. Misiūnas, Z. Navickas, Z. Neciunskas, M. Petkevičius, canonico J. Pilka, V. Pinkevičius, L. Puzonas, S. Smo-linskis, Z. Stančiauskas, S. Stankevičius, R. Šalčiunas, P. Žiugžda, J. Tomkus, P. Valadka, P. Venckus, Č. Zažeckas, J. Zu-brus, J. Z vinys, K. Žilys.
Una richiesta analoga è stata anche inviata al Consiglio degli affari religiosi a Mosca.
In data 5 agosto 1974 l'incaricato del Consiglio per gli affari religiosi, K. Tumėnas, convocò il canonico Jonas Pilka, attuale parroco di Daugai, al quale chiese bruscamente:
« Perché non siete contenti dell'attuale amministrazione della diocesi di Kaišedorys? Ecco qui lo scritto che avete firmato. Ci è noto inoltre che tra i promotori di questo scritto non occupate certo l'ultimo posto ».
Vilnius
Mindaugas Tamonis, in data 17 giugno, venne rinchiuso con l'inganno nell'ospedale psichiatrico di Vilnius (Vasaros g. 5) a causa delle sue convinzioni. Gli venne imposta una cura coatta consistente in 18 dosi di « komos ». Dopo tre mesi di questa inumana « cura », M. Tamonis venne rimandato a casa fisicamente distrutto.
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Alla fine di ottobre 1974 la popolazione di Vilnius è rimasta meravigliata nel vedere affissi sui muri della città degli annunci che commemoravano il 125° anniversario della morte del famoso botanico e sacerdote religioso Jurgis Pabrėža, che avrebbe avuto luogo presso il museo dell'ateismo. Jurgis Pabrėža è ancora oggi vivo nel cuore di molti credenti.
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Alcuni anni fa i componenti del complesso corale del collettivo etnografico di Kurtuvėnai rimasero indignati nel sapere che un loro concerto era stato organizzato, senza che u-.1 fossero stati inrmma:», nell'ex tempie di dicalo a San Casimiro, oggi profanato e trasformato in museo dell'ateismo.
Nel 1974 il complesso di Kurtuvėnai venne nuovamente invitato a Vilnius, ma i suoi componenti, avendo saputo che avrebbero dovuto esibirsi in un tempio protestante chiuso al culto, si rifiutarono di andarvi. Gli organizzatori del concerto e il locale club di canto popolare dovettero prorogare la data dell'esibizione e cercare un'altra sede.
Kaunas
Motivi di un licenziamento
II 15 settembre 1974 venne esonerato dall'insegnamento Andrius Dručkus, insegnante nella scuola media « Jablonskis » della città di Kaunas. Di che cosa si era reso colpevole un docente insignito di diplomi d'onore dal Ministero della Pubblica Istruzione, autore di varie opere di pedagogia, che aveva illustrato in vari simposi tenutisi nella repubblica e in Unione Sovietica? La colpa principale dell'insegnante Dručkus era stata di aver collocato nel museo, di etnografia della scuola un « Rūpintojėlis » (Cristo peiįsoso) trovato da un allievo in campagna in un fosso di drenaggio. L'occhio dei controllori del museo era stato anche attratto dalle prime bare di Darius e Girėnas* e da un medaglione di Vjtautas il Grande.
A questi « corpi di reato » era da aggiungersi l'intervento dell'insegnante Dručkus in tribunale nel processo contro Sarūnas-2ukauskas. L'insegnante aveva descritto Šarūnas come un giovane intelligente e operoso.
Allo scopo di trovare una giustificazione plausibile al suo licenziamento si riunì due volte l'ufficio di partito della scuola e una volta quello della città. Non essendo riusciti a liquidare il licenziamento di Dručkus con la formula « licenziato su richiesta del collettivo », all'insegnante venne affidato l'incarico di amministratore, non concedendogli nemmeno le 9 ore di lezione settimanali indispensabili per non perdere la qualifica. Dručkus si rivolse allora al comitato per la Sicurezza, chiedendo che le accuse gli fossero messe per iscritto; ma venne definito « naziona-
* Due aviatori lituani che nel 1933 trasvolarono l'Atlantico senza scalo a bordo di un monomotore da New York a Kaunas. (NdT)
lista » e accusato di aver partecipato all'erezione di un tumulo a Judrėnai in memoria di Darius e Girėnas. Al sindacato dei lavoratori del settore dell'istruzione dissero a Dručkus che il suo esonero dall'insegnamento era illegale, tuttavia fino ad oggi la situazione non è mutata. Dručkus lavora ancora in qualità di amministratore, dovendo mantenere tre figli e la nonna, unicamente per aver dato ospitalità al « Rūpintojėlis » (Cristo pensoso) rinvenuto in un fosso.
Nel n. 12 della LKB KRONIKA erano state pubblicate una lettera anonima, scritta a nome dei « sacerdoti della diocesi di Vilkaviškis » e rivolta contro i cosiddetti « preti reazionari » e due risposte alla stessa, scritte dai sacerdoti delle diocesi di Vilkaviškis e di Vilnius. Riportiamo ora altre due risposte date alla citata lettera anonima dai sacerdoti della diocesi di Panevėžys.
La prima risposta
Ricordando il sacrificio della Croce a nome dell'Unigenito Figlio di Dio, sottolineando la necessità dell'unità, avevate cominciato bene la Vostra lettera. Il problema dell'unità è moltoattuale. La Vostra lettera è stata letta e meditata da molti sa- cerdoti. La valutazione generale è questa: si deve tendere al l'unione ma non in questo modo.
Dalla lettura della Vostra lettera emerge chiaramente quale sia il suo scopo principale: non quello di promuovere l'unione; ma quello di collaborare con gli agenti della Sicurezza per li-quidare la Lietuvos kataliku bažnyčios kronika.
Affrontando il problema dell'unità non è giusto dividere in due gruppi i sacerdoti e pretendere di condannare gli uni ed esaltare gli altri, che sono la minoranza, come giusti ed intelligenti. Voi avete scelto la soluzione peggiore del problema mirando non ad unire, ma a condannare.
È forse bello il fatto di vantarVi che soltanto Voi portate "il peso e la calura della giornata"? In una grande parrocchia è molto più facile prendere iniziative importanti, perché basta organizzarle; mentre nelle piccole parrocchie anche il sacerdote stesso deve lavorare. I sacerdoti più zelanti generalmente vengono trasferiti nelle parrocchie più piccole, non secondo la volontà dei vescovi o degli amministratori, ma secondo le disposizioni del governo civile. Quindi, se questi sacerdoti hanno meno possibilità di compiere opere di rilievo, la colpa non è !loro. Infine il restauro e la conservazione delle chiese sono soltanto una piccola parte del lavoro sacerdotale; ciò può essere fatto anche dal comitato parrocchiale. Il compito fondamentale del sacerdote è la creazione della Chiesa viva e la sua conservazione. Se da Voi venissero catechizzati diligentemente i ragazzi, preparate solenni prime comunioni; se alle processioni partecipassero molti bambini e giovani; se i parrocchiani sentissero prediche attuali, tali da stimolare la fortezza e il coraggio; se nelle vostre parrocchie la vita sacramentale fosse più viva, allora riconosceremmo che ci siete di esempio. Purtroppo per questa attività ci si guadagna solo il titolo di "reazionario", appellativo di cui noi dovremmo tuttavia vantarci e non vergognarci.