Espressioni di odio viscerale per la fede e i credenti

Lettera aperta alla insegnante della scuola di otto anni di Pa­jieslys, Aldona Ilgūnienė

Egregia insegnante, il vostro articolo sul problema delle visio­ni del mondo Non si può tacere, pubblicato sul giornale della provincia di Kėdainiai « Tarybinis kelias » (La via sovietica) del 28 giugno 1975, ha suscitato l'indignazione dei credenti.

Voi siete un'ateista, ed è comprensibile che non possiate tace­re; tuttavia bisogna dire e scrivere soltanto la verità.

Mi spiace molto che non conosciate il mondo spirituale dei vo­stri allievi. In chiesa vanno soltanto i ragazzi che credono in Dio. La chiesa non è un luogo di divertimento. I genitori e i loro figli in chiesa adorano Dio e pregano. I ragazzi credenti diffidano di voi e non vi aprono il loro cuore. Più di cento ge­nitori e i rispettivi figli sono disposti a dichiarare ed a con­fermare che credono in Dio e che la insegnante Aldona Ilgūnienė scrive il falso. Essi intendono persino appellarsi ad un tribunale.

Altrettanto indignati sono gli intellettuali e gli studiosi che fre­quentano la chiesa di Pajieslys. Essi si chiedono chi abbia dato all'insegnante Ilgūnienė il diritto di ingerirsi negli affari del­la loro coscienza...

Voi scrivete che « ... il prete organizza le ragazze in varie ma­niere e porta loro dei doni per il loro compleanno ». In realtà il sacerdote non organizza nulla, ma si limita soltanto a consi­gliare i credenti. Mentre questo è un dovere del sacerdote, non è certamente vostro dovere quello di indicare al sacerdote che cosa deve fare. Vi ossessiona forse il pensiero che in occasione di qualche compleanno non invitino voi, ma il sacerdote? Co­sa volete farci! Si vede che il sacerdote è più amato e più ri­spettato. Meritatevi tale rispetto e sarete invitata anche Voi!

Voi scrivete: « ... il prete, per denaro, accompagna all'estre­ma dimora con tutti i riti anche un defunto che non ha mai frequentato la chiesa ». Vi sbagliate di grosso, insegnante! Io non ho mai dato sepoltura religiosa ad un ateista, né per denaro, né senza denaro. Ciò è vietato dai canoni della Chiesa.

A Pajieslys la popolazione è estremamente semplice, laboriosa cordiale, ma ama la verità e la giustizia. Scrivete soltanto le ve­rità; allora la gente rispetterà Voi e le vostre convinzioni.

Pajieslys, 30 giugno 1975

Sac. J. Vaicekauskas, amministratore della chiesa di Pajieslys

Calpestati impunemente i diritti di un sacerdote

Esposto del sac. Sigitas Tamkevičius, vicario della parrocchia di Simnas, residente in via Kreivoji 3, Simnas, prov. di Alytus

Al Presidente del comitato per la Sicurezza della rss di Lituania

e per conoscenza, ai vescovi dell'arcidiocesi di Kaunas e della diocesi di Vilkaviškis

Il 20 marzo 1974 quattro agenti del comitato per la Sicurezzaeffettuarono una perquisizione presso la mia abitazione, seque­strandomi: 10 cassette di nastri magnetici con delle prediche registrate, i numeri 7 e 8 della « Lietuvos Kataliku Bažnyčios Kronika», un segmento della macchina da scrivere privo di ca­ratteri, un notes, uno schema di predica ed alcuni scritti.

Da quel giorno è trascorso ormai un anno e mezzo e gli og­getti che mi sono stati confiscati non mi sono stati ancora re­stituiti.

L'art. 114 del Codice di procedura penale della rssl prevede che nel verbale di perquisizione debbano essere elencati i nomina­tivi di tutti i funzionari che partecipano all'operazione. Invece in quello relativo alla perquisizione effettuata nel mio domicilio venne citato soltanto il capitano Pilelis e non gli altri tre che lo accompagnavano. Inoltre nel suddetto verbale non venne an­notato in relazione a quale istruttoria venisse fatta la perquisi­zione. Il capitano Pilelis perquisì fisicamente anche me, ma nel verbale non citò tale circostanza. Tutto ciò dimostra che gli agenti della Sicurezza abusano del loro potere, approfittando dell'ignoranza della gente in materia giuridica.

Nel corso di due successivi interrogatori, inoltre, i funzionari Pilelis e Rimkus cercarono di estorcermi con mezzi illegali le dichiarazioni da loro volute, sebbene l'art. 187 del cp della rssl vieti espressamente un tale comportamento.

Comunque mi rifiutai di firmare la maggior parte dei ver­bali che mi furono presentati, in quanto non vedevo alcun mo­tivo di testimoniare su fatti che non configuravano alcun reato. Infatti io considero illegale la persecuzione dei credenti a causa della LKB KRONIKA perché la Dichiarazione universale dei di­ritti dell'uomo garantisce ad ogni cittadino sovietico il diritto di divulgare qualsiasi informazione.

Se in futuro dovessi venir sottoposto ad interrogatori su questioni del genere, dichiaro fin d'ora che non risponderei ad alcuna domanda.

Vi prego quindi di disporre che i funzionari del comitato per la Sicurezza mi restituiscano tutti gli oggetti sequestrati e riportati nel verbale a seguito della perquisizione.

Simnas, 28 settembre1975Sac. S. Tamkevičius

Il 30 ottobre 1975 il rev. S. Tamkevičius venne convo­cato presso il Comitato esecutivo della città di Simnas, do­ve un agente della Sicurezza di Alytus gli fece prendere visio­ne della risposta al suo esposto pervenuta da parte del comi­tato per la Sicurezza di Vilnius: la sorte degli oggetti se­questrati nel corso della perquisizione sarebbe stata decisa in istruttoria, mentre i numeri della LKB KRONIKA veni­vano allegati alla causa penale.

Nel mese di ottobre l'incaricato del Consiglio per gli affari religiosi, K. Tumėnas (soprannominato in Lituania //vesco­vo rosso), ordinò alla curia di rimuovere da Simnas il vica­rio rev. S. Tamkevičius, destinandolo a parroco delle chie­se di Kybartai e di Virbalis. I credenti e i sacerdoti sono ora preoccupati per il fatto che nel nuovo posto, fino a quan­do i credenti non avranno conosciuto a sufficienza il sacer­dote, il rev. S. Tamkevičius potrebbe venire arrestato e anche liquidato fisicamente.

Nella popolosa e religiosa parrocchia di Simnas rimane ora solo l'anziano parroco.