La LKB KRONIKA ha riferito nei numeri scorsi i processi ai credenti P. Plumpa, P. Petronis, J. Stašaitis, V. Taugelis, J. Gražys e N. Sadūnaitė. Queste persone sono state pro­cessate per il fatto di aver riprodotto della letteratura reli­giosa, la LKB KRONIKA ed altre pubblicazioni analoghe.

A metà del mese di luglio sono giunte alla LKB KRONIKA esaurienti informazioni sulla detenzione di Petras Plumpa-Pluira nel lager di Perm. In condizioni simili si trovano attualmente Povilas Petronis, Juozas Gražys e Nijolė Sadū­naitė.

P. Plumpa, prima di essere deportato in Russia, venne tenuto per una settimana ih una cella d'isolamento. Al mo­mento della deportazione fu rinchiuso in un vagone assieme a dei criminali comuni, mentre i detenuti politici dovrebbe­ro essere tenuti separati. Per due mesi interi Plumpa fu trasportato con assassini e banditi di ogni risma, che mette­vano in mostra in tutti i modi le proprie bestiali prodezze. Alcuni gli tolsero le scarpe imbottite d'importazione estera che sua moglie gli aveva consegnato a Vilnius; altri lo spo­gliarono del giaccone; altri ancora si appropriarono del suo berretto, dei guanti e di altre cose. Vi furono anche alcuni che, stretto Plumpa in un angolo, cercarono di conoscere tutti i dettagli del processo e che, non avendo ottenutoquanto desideravano, lo spogliarono completamente minac-ciandolo di sbudellarlo. Plumpa non riuscì neppure a portare nel lager alcun prodotto alimentare: tutto gli venne tolto già nel vagone e per di più egli venne pestato a suon di calci. Tutto ciò accadde con il consenso delle autorità nono-stante Plumpa le avesse avvertite di essere stato condannato per motivi politici e che avrebbe dovuto essere fatto viag-giare separatamente.

A Minsk i carcerieri mostrarono verso di lui un odio maggiore che verso i banditi assassini. Avendo saputo che Plumpa era stato condannato per motivi religiosi, gli urla rono infuriati che gli scritti e gli oggetti religiosi erano proibiti. Gli tolsero perfino le immaginette di Gesù, di Ma-ria e di Giuseppe. Inoltre, accecati dall'ira, lo pestarono anch'essi in modo tale che persino i delinquenti si meravi-gliarono, constatando che con loro si comportavano molto meglio.

Mirando a piegare Plumpa fisicamente e moralmente, gli agenti del kgb lo tennero per due mesi in cella assieme a degli assassini. Per un anno intero egli rimase nel carcere della Sicurezza a Vilnius senza che fosse controllato nem-meno una volta il suo stato di salute, sebbene avesse costan-temente la pressione alta e soffrisse di infiammazione cro-nica agli occhi. Al tribunale venne letta ad alta voce una di­chiarazione della Sicurezza secondo la quale Plumpa era sano. In base a quali elementi venne redatta tale dichia­razione se Plumpa non fu visitato neppure una volta dai me-dici? Pare che ciò sia stato fatto per potergli infliggere una condanna maggiore. Quando Plumpa giunse al lager, la sua pressione era di 90/165. Egli fece presente ai diri-genti del lager di soffrire di ipertensione, di infiammazione agli occhi e di una tosse persistente, conseguenza delle tre polmoniti delle quali aveva sofferto. Ciò nonostante il capo della brigata di lavoro del lager destinò Plumpa ad un la­voro malsano. Dato che la polvere che respirava sul luogo di lavoro gli comprometteva gravemente i polmoni, Plumpa dovette lavorare con una maschera sul volto, e a causa della mancanza di aria gli si rompevano i vasi sanguigni negli occhi; inoltre, a causa dell'infiammazione cronica alle palpebre e della polvere, gli si ripresentò il tracoma. Plumpacominciò a vedere le cose come in una foschia e al mattino non vedeva affatto. L'infiammazione si aggravò in seguito a tal punto da estendersi a tutto il volto.

Dopo il processo, fino al mese di luglio, Plumpa non ebbe alcuna notizia da casa. In data 25 maggio 1975 egli inviò un esposto al Presidium del Soviet supremo dell'urss, con il quale rinunciava ufficialmente alla cittadinanza so­vietica e chiedeva l'autorizzazione per sè e per la sua fami­glia ad emigrare in Argentina. Plumpa motivava la sua richiesta di rinuncia alla cittadinanza dell'urss con il fatto che ai credenti sono negati tutti i diritti fondamentali, ed egli stesso veniva trattato come una bestia. Il 2 luglio Plumpa ricevette da Mosca una comunicazione da cui risul­tava che il suo esposto era stato inviato alla Procura gene-tale di Lituania. Vi è quindi il pericolo che egli possa essere condannato per questo ad una pena maggiore. Assieme a Plumpa si trova detenuto un uomo il quale è stato condan­nato a 5 anni per aver rinunciato alla cittadinanza sovietica e per aver chiesto di poter emigrare all'estero.

La moglie di Plumpa, Aldona Pluirienè, non avendo rice­vuto per sei mesi notizie dal luogo di detenzione del ma­rito, chiese informazioni sulla sua sorte. Le venne risposto che il marito stava bene. Ma siccome le lettere che giungo­no al lager non vengono registrate, la direzione del lager non era in grado di fornire spiegazioni sul perchè Plumpa non aveva ricevuto le sue lettere. A seguito però di questa richiesta vennero consegnate subito a Plumpa tre lettere della moglie, scritte nell'arco di alcuni mesi.

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Nijolé Sadunaitè, condannata nel mese di giugno per il tentativo di riprodurre la LKB KRONIKA (si veda il n. 17 della LKB KRONIKA il 18 luglio si trovava già sul luogo della sua detenzione. Il suo attuale indirizzo è il seguente: Mor-dovskaja assr, 431200 Tengusevskij rajon, pos. Barasevo, ucr. 2X 385/3-4.

Nel lager N. Sadunaitè è stata destinata alla confezione di guanti e le viene permesso di scrivere due lettere al mese.